Violenza donne. Uscire dal dolore senza soccombere

ROMA – Clamorose, quanto troppo numerose sono le notizie degli ultimi tempi relative alle violenze sulle donne e sui bambini. 

Violenze che, troppo spesso e con troppa facilità, arrivano a dare la morte a tante malcapitate che si affidano a uomini che dicono di amarle  o di volersi prendere cura di loro ma per i quali le parole amore e rispetto sono parole vuote e prive di alcun significato.  Io sono solita dire che certe persone, quando parlano, non collegano la lingua al cervello e, meno che meno, al cuore.  Dicono parole così importanti e cariche di significato ma , per loro, prive di contenuto, di valore, di consapevolezza.  Solo soffi d’aria che escono dalle loro labbra, un niente che però arriva a colpire il cuore e la mente di donne già sicuramente provate nella vita da relazioni con uomini, spesso i loro padri, che non hanno avuto per loro né amore, né rispetto, né considerazione.
Il padre, o chi ne svolge la funzione, è il primo uomo importante nella vita di una bambina che poi crescendo diventa donna e su questo prototipo di relazione crea le altre relazioni con gli uomini importanti affettivamente nella sua vita.  Uno schema che si ripete uguale anche con uomini diversi e che potrebbe andare avanti all’ infinito o almeno fino a quando questo mondo femminile non diviene consapevole di se’ in queste sue storie che sono le storie di tante, di troppe donne.
Accade che le donne abusate si sentano colpevoli, non vittime come realmente sono, ma colpevoli come i loro uomini vogliono fare loro credere. Così non parleranno, non cercheranno aiuto, così tutto rimarrà chiuso fra le quattro pareti domestiche perché si sa, i panni sporchi vanno lavati in casa.
A tutte queste donne dico: parliamone, parliamone fra noi intanto e poi insieme troveremo una strada, anche supportate da vie legali,  una strada per uscire da tutto questo dolore: dolore fisico, dolore mentale, dolore emozionale oltre che dolore/danno economico.
Davanti al dolore possiamo o soccombere, o trovare la motivazione per cambiare e crescere. Io suggerirei di credere, credere fermamente che anche nel dolore si può trovare un aspetto positivo e questo aspetto è la motivazione a cambiare, quindi a combattere per crescere.

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