ROMA – Leggendo le motivazioni del decreto grazie al quale il Gip Cristina Di Censo ha disposto il giudizio immediato per Berlusconi ce n’è veramente tanta di carne al fuoco.
Risvolti minuziosamente ripresi, anche se in sintesi, che conducono direttamente al corposo fascicolo di oltre 700 pagine presentato dai Pubblici ministeri Pietro Forno, Ilda Bocassini e Antonio Sangermano. Dal reato di concussione a carico di Berlusconi, il quale la sera del 27 maggio del 2010 fece pressioni per il rilascio di El Mahroug Karima, in arte Ruby, spacciandola per la nipote di Mubarak. E il Cavaliere non agì, come ha sempre raccontato, perchè si era preso a cuore la storia di questa povera ragazza sfortunata, bensì lo fece per interesse personale, per evitare che Ruby raccontasse delle feste di Arcore.
E non è neppure vero, come dicono molti, che il concusso non c’è. Perchè nel procedimento penale i tre funzionari di Polizia, Iafrate Giorgia, Ostuni Pietro e Morelli Ivo presenti quella sera figurano come persone offese.
Gli elementi messi a confronto in questa torbida vicenda alimentano ulteriormente le responsabilità a carico dell’indagato e del circolo vizioso messo in piedi per assecondare le voglie del Presidente.
Un giro di sesso e denaro che convolge anche Lele Mora Fede, Spinelli e il premier per l’organizzazione dei presunti party ad Arcore.