
MODENA – Chiudere il proprio stabilimento italiano per riaprirne uno in Polonia. Un pensiero che sarà passato per la mente a più di un imprenditore italiano. Molto a causa dei costi minori lo hanno fatto.
Ma quello che è successo alla Firem, solida azienda metalmeccanica che da anni produce resistenze elettriche a Formigine, nella bassa modenese, ha dell’incredibile: la delocalizzazione è avvenuta all’insaputa degli operai. Una smobilitazione silenziosa che è avvenuta durante le ferie, in programma dal 2 al 26 agosto. Spesso in notturna.
Nemmeno una lettera di avviso: né ai sindacati, né tanto meno ai proprio operai. Ma certamente la cosa era nelle menti da tempo del board dell’azienda, visto che i primi traslochi sono avvenuti nella notte all’indomani della prima giornata di ferie. Materiali strettamente legati alla catena produttiva, ma anche macchinari e documenti. Tutto il necessario per far ripartire l’azienda alla fine delle ferie è stato prontamente trasferito in Polonia, tramite una ditta esterna specializzata nel trasporto fuori dall’Italia.
L’unica scintilla che poteva far presagire una simile soluzione risale a mesi orsono. Lo racconta la lavoratrice Firem Nunzia Maresca al Fatto Quotidiano: “Una volta è arrivato in azienda un gruppo di quattro polacchi, e noi abbiamo dovuto insegnargli il funzionamento dei macchinari. In quel momento non avevamo capito il motivo di quelle visite, anche perché l’azienda non aveva ma fatto ricorso alla cassa integrazione. Ora purtroppo è tutto chiaro”. Impossibile da capire nel marasma produttivo. Sessun altro segnale di crisi o di imminente trasferimento delle attività produttive era possibile decifrare.
Probabilmente la questione non sarebbe nemmeno stata scoperta sino all’indomani dell’apertura dell’impianto se tramite un giro di telefonate proprio gli impiegati non fossero venuti a conoscenza della sorprendente delocalizzazione. Da quel momento, davanti all’azienda è cominciato un sit-in di protesta dalla vigilia di ferragosto. Grazie alla tenacia della Fiom di Modena è stato possibile bloccare l’ultimo camion di trasloco verso la Polonia. “Abbiamo avviato una trattativa con l’azienda che ha acconsentito a lasciarlo dentro fino a quando non ci sarà un tavolo di confronto” ha dichiarato Cesare Pizzolla, della Fiom Cgil, in un’intervista al Resto del Carlino. “Staremo qui fino alla riapertura” fanno sapere dall’azienda. In molti hanno fatto sapere la loro intenzione di riprendere servizio come da programma il 26.
Oltre che i sindacati, la questione ha allarmato anche la Politica. L’assessore Mario Agati ha tentato inutilmente di mettersi in contatto con i proprietari, ma nessun cenno di risposta è stato dato. Dalla dirigenza hanno fatto comunque sapere di essere disposti a riassumere in Polonia i 40 lavoratori lasciati a Modena. “Pur in un periodo di forti difficoltà economiche, comportamenti come quelli tenuti dai titolari dell’azienda Firem sono censurabili sia nei modi sia nei tempi” è stato il commento da parte dell’amministrazione comunale, che cavalca un sentimento ben condiviso.