TARANTO – Grossa delusione nei sindacati metalmeccanici a Taranto all’indomani dello sciopero all’Ilva (ieri quattro ore alla fine del primo e secondo turno) e dopo il decreto legge varato ieri sera dal Consiglio dei ministri sull’azienda siderurgica. I sindacati giudicano molto parziale e inadeguato, rispetto ai problemi, il fatto di aver previsto, nella norma, solo la prededuzione del prestito ponte e cancellato, rispetto alla bozza iniziale, sia l’uso dei fondi sequestrati ai Riva dalla Procura di Milano per reati fiscali e valutari, sia l’istituzione di un commissario ambientale al posto del sub commissario.
Di Edo Ronchi si era parlato come possibile commissario ambientale dell’Ilva dopo essere stato sub commissario con Enrico Bondi. Inoltre più parti, da Legambiente nazionale al presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, si erano detti favorevoli a questa ipotesi. Invece ora Edo Ronchi è orientato a considerare chiusa definitivamente la sua esperienza all’Ilva. A fargli propendere per l’abbandono, stando a quanto si apprende, il fatto che il decreto varato ieri sera non preveda più la nuova figura del commissario ambientale, dotato di poteri specifici, anche di spesa, e mantiene invece l’attuale figura del sub commissario introdotta dalla legge 89 del 2013. A ciò si aggiunga la rimodulazione della tempistica degli interventi ambientali. Il fatto che il decreto dica che entro il 30 giugno 2015 vada attuato l’80% delle prescrizioni in scadenza a quella data, significherebbe infatti far saltare le date intermedie contenute nel piano ambientale approvato dal Governo a marzo con un Dpcm. Ci sarebbe quindi un ulteriore allungamento dei tempi, anche se la conclusione di tutti gli interventi resta confermata ai primi di agosto de 2016, ovvero 36 mesi dopo la legge 89 del 2013.
Molto critici sono anche i sindacati metalmeccanici, i quali, dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi (#lavoltabuona), si attendevano un decreto imperniato su tre punti. Invece alla fine si ritrovano, dicono i sindacalisti, con un testo che salva solo una delle cose annunciate, ovvero la possibilità di applicare la prededuzione ai finanziamenti che l’Ilva chiederà alle banche. In questo modo, la liquidità che gli istituti di credito erogheranno prossimamente all’azienda sarà garantita in termini di restituzione qualora l’Ilva dovesse fallire. «Non ci siamo – commenta Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl -non è questo il provvedimento che serve all’Ilva. C’è bisogno di un rilancio dell’azienda, partendo dall’applicazione del piano ambientale. Invece – osserva Bentivogli – ci ritroviamo con un provvedimento che, bene che vada, permetterà solo di gestire i prossimi mesi, consentendo probabilmente di pagare stipendi ai dipendenti e lavori delle imprese. Il Governo mostra di navigare a vista, delegando i problemi e le scelte a chi comprerà tra qualche tempo l’azienda. Ormai è chiaro: il cambio del commissario è stato fatto solo per
accelerare la vendita dell’Ilva». «Il ricorso alla prededucibilità – si legge nella relazione che accompagna il dl – è volto a facilitare la concessione del finanziamento e si giustifica in ragione degli interessi di carattere generale che si intendono perseguire, in particolare il risanamento ambientale e la continuità e valorizzazione dell’impresa. Il raggiungimento di tali obiettivi giustifica la compressione dei diritti particolari dei creditori, la cui possibilità di soddisfacimento è, in ogni caso, rafforzata dalla continuità dell’esercizio di attività d’impresa. Il modello dell’attestazione preventiva, rispetto al momento in cui l’impresa commissariata individua il finanziatore e il finanziamento, assicura che la prededucibilità – si legge ancora nella relazione – rimanga circoscritta al raggiungimento degli interessi superiori di cui si è detto. Esso – si specifica – è stato mutuato dall’articolo 182-quinquies della legge fallimentare, sostituendo al tribunale il ministro competente in ragione dello scopo del finanziamento». A prescindere dalla predisposizione dei piani ambientale e di tutela sanitaria e industriale, è previsto, recita sempre il decreto sull’Ilva, che «l’impresa commissariata possa contrarre finanziamenti prededucibili a norma dell’articolo 111 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267».
Cosa prevede il decreto
Il Consiglio dei ministri nella riunione di ieri ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell`Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo economico, Federica Guidi, il decreto legge recante« misure urgenti per la realizzazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per le imprese sottoposte a commissariamento straordinario».
«Il decreto legge – ha spiegato palazzo Chigi nel comunicato finale sulla riunione del Governo- ha la finalità di assicurare, con particolare riferimento alla società ILVA S.p.a., la continuità produttiva ed occupazionale e il contestuale rispetto delle norme ambientali e sanitarie, in considerazione del fatto che si tratta di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale».
Il decreto precisa la tempistica di attuazione delle prescrizioni dell`autorizzazione integrata ambientale e del Piano ambientale dell`Ilva. Sono previste due scadenze generali: entro il 31 luglio 2015 dovranno essere realizzati gli adempimenti scadenti a quella data, nella misura minima dell`ottanta per cento; entro il 5 agosto 2016 dovranno essere completati gli interventi ambientali. Dovrà comunque essere rispettato il termine già fissato dell`8 marzo 2016 per l`applicazione della decisione della Commissione 2012/135/Ue del 28 febbraio 2012, relativa alle migliori tecniche disponibili (BAT). Infine si prevede che il commissario straordinario presenti entro la fine del 2015 al ministro per l`Ambiente e all`Ispra una relazione sullo stato di attuazione del piano ambientale.
Si prevede inoltre nel dettaglio l`aggiornamento delle tempistiche della messa fuori produzione della Batteria 11 e dell`Altoforno 5 per renderle compatibili con il rientro in esercizio degli impianti attualmente ancora fermi, al fine di garantire la continuità produttiva nel rispetto della normativa ambientale. Infine si prevede che, a prescindere dai piani industriale e di tutela sanitaria ed ambientale, l`impresa commissariata possa contrarre finanziamenti, prededucibili a norma dell`articolo 111 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267.
La prededucibilità è ammessa solo qualora i predetti finanziamenti siano funzionali all`attuazione del piano ambientale ovvero alla continuazione dell`esercizio dell`impresa e alla gestione del relativo patrimonio ed è subordinata all`attestazione del Ministro dell`Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il Ministro dello sviluppo economico, ovvero di quest`ultimo sentito il primo, secondo la destinazione del finanziamento richiesto. Il ricorso alla prededucibilità è volto a facilitare la concessione del finanziamento e si giustifica in ragione degli interessi di carattere generale che si intendono perseguire, in particolare il risanamento ambientale e la continuità e valorizzazione dell`impresa.