ROMA – Vincere al superenalotto e fuggire dall’Italia. E’ questo il desidero per almeno per il 76 per cento delle casalinghe italiane. E nel frattempo, assistere inermi alla crescita esponenziale di quei beni di prima necessità, come l’acqua, la luce, le tasse scolastiche, i libri, il canone Rai e i trasporti, che hanno registrato aumenti , molto spesso non giustificati. Con un carrello della spesa, che si fa sempre più sconosciuto, e con un fondo sempre più visibile.
Mai come ora il mestiere di cassiera al supermercato assume sfumature sociologiche: ecco dover imbustare una riduzione record in quantità del 6% per la carne di vitello, del 5% per i prodotti ittici, del 9% per il pane e del 4% per la pasta. Sono dati della Coldiretti, che commenta i dati Istat sull’inflazione: nell’ agosto 2011, l’inflazione sale del 2,8% su base annua. I dati Istat per i prodotti alimentari fluttuano quindi sul +2,3% , e questo nonostante “L’agricoltura contribuisce per quanto possibile a contenere la corsa dell’inflazione, facendo da contrappeso all’ennesimo aumento delle quotazioni di energetici e combustibili (+5,1%) e trasporti (+7%). E lo fa mentre il settore vive un momento di fortissima crisi, soprattutto nell’ortofrutta, con i prezzi sui campi crollati in media del 30% in un mese e con i costi di produzione alle stelle” C’è da rabbrividire, alla vigilia del compleanno dell’euro: dieci anni tra tre mesi esatti, con Christine Lagard che parla dell’euro sull’orlo del baratro, mentre turbolenze finanziarie scuotono paesi come l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, la Grecia e da luglio, anche l’Italia. Si preparano a ripartire nella centrale piazza di Atene, Syntagma, che ha già visto accendersi i lacrimogeni nei giorni in cui il premier George Papandreou lavorava in parlamento per varare l’austerity.
Si fa fatica ancora a capire che la stabilizzazione finanziaria non può essere raggiunta attraverso un aumento della pressione fiscale su chi già paga le tasse, ma riducendo la spesa corrente. Tremonti ci chiede di aumentare l’età delle pensioni perché tutti in Europa lo fanno. Quello che non ci dicono è che abbiamo un deficit pubblico maggiore di Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda messi insieme, e che il nostro carrello non sarà mai più pieno.