Cantacronache. 1958-1962: politica e protesta in musica. TRAILER

FERRARA – Alla fine degli anni ’50 i Cantacronache propongono canzoni di contenuto sociale e politico contribuendo alla nascita della canzone d’autore.

Il nome del gruppo ne dichiara la vocazione: raccontare la realtà, scrivere canzoni per denunciare fatti di cronaca e riconsegnarli alla memoria collettiva, raccontando il paese da una prospettiva critica e anticonformista. Emerge, infatti, uno sguado inedito sul contesto culturale, politico e sociale dell’Italia del boom economico. Diverse canzoni (Dove vola l’avvoltoio?, Oltre il Ponte, Partigiani fratelli maggiori, Partigiano Sconosciuto ma anche la stessa Per i morti di Reggio Emilia) ripercorrono momenti di storia italiana come la Resistenza, riaffermandone i valori così urgenti in quel luglio ’60, mentre la ricerca dei canti sociali e politici del passato ha rappresentato un’importante operazione di recupero del patrimonio musicale popolare.

 

Tra gli autori: Michlele L. Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Fausto Amodei, Margherita Galante Garrone, a cui si aggiungono le collaborazioni di scrittori e poeti come Mario Pogliotti, Franco Fortini, Italo Calvino, Umberto Eco e Gianni Rodari.Le canzoni dei Cantacronache rappresentano la fonte principale utilizzata per documentare un momento poco noto della storia del paese. Le voci dei protagonisti ricostruiscono le vicende del gruppo torinese, da cui emerge un racconto inedito del contesto culturale, politico e sociale dell’Italia di fine anni Cinquanta.

 

Le origini

 Un gruppo di musicisti, intellettuali della Torino di fine anni Cinquanta, autori di canzoni d’impegno alle quali restituiscono funzione sociale e valore poetico-letterario. Sono Michele Luciano Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Fausto Amodei, Margherita Galante Garrone, a cui si aggiungono le collaborazioni di scrittori e poeti come Mario Pogliotti, Franco Fortini, Italo Calvino, Umberto Eco, Gianni Rodari. Attraverso lo strumento della canzone, il gruppo interviene sulla realtà sociale e politica del paese. Il nome scelto, infatti, ne dichiara la vocazione: raccontare la realtà, usare le canzoni per ricostruire fatti di cronaca e consegnarli così alla memoria collettiva.
Per questo all’interno del documentario le canzoni sono le fonti che, come fotografie, ricostruiscono un pezzo significativo della storia del Paese.

Da esse emergono alcuni temi che strutturano la narrazione in una serie di capitoli: il rifiuto verso il conformismo intellettuale e la volontà di opporsi al sistema della produzione musicale che trovava larga espressione soprattutto nella canzonetta leggera del Festival di San Remo (Il ratto della chitarra). Contestazione verso i prodotti culturali di puro consumo e intrattenimento che producevano l’effetto di creare un pubblico passivo e acritico nei confronti della realtà, che si è incarnata nello slogan “evadere dall’evasione” (La canzone dei fiori e del silenzio). La contestazione al boom economico con l’idea che questo stesse nascondendo con la sua fascinazione i reali problemi del paese, avviato a una fase complessa di forte cambiamento in tutti i settori. C’era la questione del lavoro e dei diritti dei lavoratori da difendere. Problemi che toccavano sia il sud, con i morti nelle zolfare siciliane (La zolfara) che il nord, con la fabbrica e i turni di lavoro che cominciavano a condizionare pesantemente gli stili di vita, anche per le donne (Canzone triste). La contestazione di tipo politico, l’avversione al ritorno di un governo filofascista come quello di Ferdinando Tambroni (eletto col sostegno dei voti del MSI) che si era andato formando in Italia dall’aprile 1960, provocando violenti scontri e vittime (Per i morti di Reggio Emilia). Il rifiuto verso i regimi in generale si esprimeva nella ricerca e pubblicazione di testi e canti che rappresentavano le forme di resistenza di altri paesi in lotta come la Spagna (pubblicazione del libro “Canti della nuova resistenza spagnola”, edito da Einaudi), l’Algeria (Canzone per il popolo algerino), l’Angola, Cuba. Il tema della memoria e della storia partigiana come una parte fondamentale della storia del paese, un patrimonio da preservare e trasferire alle generazioni successive. I Cantacronache sono gli autori di: Oltre il ponte, Partigiani fratelli maggiori, Dove vola l’avvoltoio?. Ma anche la riscoperta del canto sociale (Inno individualista e Canzone ribelle) che ha contribuito ad accrescere l’interesse dei Cantacronache verso i movimenti di protesta in Italia, le rivolte del passato avvenute negli anni di formazione di una cultura anarchica, socialista, comunista, repubblicana. Canti che rappresentavano l’azione collettiva popolare nell’atto di emanciparsi socialmente e culturalmente, il popolo che denunciava e cantava le ingiustizie sociali e l’esigenza di libertà: il segnale della parecipazione della gente comune alla politica.

Non è certo l’Italia del benessere, dunque, quella che si profila, ma l’Italia vista dalla parte di chi le trasformazioni le subiva: l’Italia della protesta, di chi stava dalla parte delle minoranze e  guardava alla realtà con occhio critico cercando di svelarla.
Le canzoni sono intervallate dalle parole dei protagonisti, attraverso le quali è possibile ricostruire le vicende del gruppo e i momenti più significativi dell’esperienza artistica e culturale. Le voci sono quelle di Emilio Jona, Fausto Amodei, Margherita Galante Garrone, Andrea Liberovici, figlio di Sergio Liberovici e Giovanni Straniero, nipote di Michele Luciano Straniero. A Mirco Carrattieri, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età Contemporanea di Reggio Emilia sono affidati il racconto e la ricostruzione del contesto storico in cui in quel luglio ’60 a Reggio Emilia durante uno sciopero indetto dalla CGIL e uno scontro tra manifestanti e polizia, persero la vita cinque giovani.
Giovanna Marini, cantante, ricercatrice di musica popolare, è chiamata a fare “da guida”, raccontando i Cantacronache attraverso la sua visione esterna, da testimone di quegli anni.
Diversi materiali d’archivio, spezzoni di film, oltre alle riprese originali, completano l’insieme delle fonti utilizzate per raccontare questo momento poco noto della storia d’Italia.

 

SCHEDA DEL DOCUMENTARIO
Titolo
Cantacronache 1958-1962: politica e protesta in musica
Regia
Michele Bentini, Sandra Cassanelli, Liviana Davì, Elisa Dondi, Rossella Fabbri, Chiara Ferrari, Sara Macori, Alice Tonini
Soggetto e sceneggiatura
Soggetto: Chiara Ferrari
Sceneggiatura: Progetto collettivo

Interviste
Chiara Ferrari
Direttore della fotografia
Liviana Davì, Alice Tonini
Montaggio
Michele Bentini, Liviana Davì
Musica
Canzoni origiali di Cantacronache
Interpreti
Fausto Amodei, Mirco Carrattieri, Margherita Galante Garrone, Emilio Jona, Giovanna Marini, Andrea Liberovici, Giovanni Straniero.

Produzione
Autoprodotto, realizzato nell’ambito del Master in Comunicazione Storica dell’Università di Bologna in collaborazione con l’Istituto Storico Parri Emilia Romagna.
Formato
Formato di proiezione: Digital
Formato di ripresa: Mini dv

 


Proiezioni del documentario

 

  • – Urban Center di Ravenna, nell’ambito della mostra “Comunicare la nazione” (23 marzo-3 aprile 2011), promossa da Università di Bologna, Master in Comunicazione storica con il sostegno di Fondazione Flaminia, Ravenna. Partecipazione di Franco Fabbri, Stormy Six.
  • – Il trailer è stato proiettato all’interno del convegno internazionale “La comunicazione costruisce la nazione” Università di Bologna (24-26 marzo 2011). Partecipazione di Eric McLuhan, Peppino Ortoleva, Carlo Antonelli (direttore rivista Rolling Stone).
  • – Proiezione presso il Circolo Pavese, via del Pratello, Bologna, 6 giugno 2011.
  • – Proiezione al Vag61, Associazione culturale e spazio autogestito, Bologna, 10 giugno 2011.
  • Partecipazione di Giovanni Straniero.
  • – Cineteca di Bologna, nell’ambito della rassegna “I mercoledì del documentario. Documentare la Storia. Viaggio in Italia”, mercoledì 14 settembre 2011.
  • – Sala Borsa, Urban Center di Bologna, proiezione promossa da Università di Bologna, 17 settembre 2011.
  • – Casa del popolo “La Casona” proiezione nell’ambito del Festival del canto sociale “Corazone”, Ponticelli di Malalbergo, Bologna, 25 settembre 2011.
  • – Università Statale di Milano, proiezione nell’ambio del Festival della Storia, 5 ottobre 2011.
  • – Portomaggiore (Ferrara), Sala consiliare, 23 novembre 2011. Patrocinio di Anpi e GCIL di Portomaggiore.
  • – In programma: proiezione a Torino (febbraio 2012), a Piacenza (aprile 2012).

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