ROMA – Presentato in anteprima al Cinema Barberini e in uscita dal 30 Maggio, il nuovo film di Giancarlo Giannini, tornato alla regia dopo “TernoSecco” dell’86’ , si presta ad essere un film nuovo nel panorama classico del cinema italiano, perché intriso di metafisica e di noir.
E’ la storia di Nikita (Giancarlo Giannini), becchino. Una sera, in una villa sperduta di Toronto sta giocando la sua ultima partita di poker. Indebitatosi per averla persa, viene perseguitato dai creditori. Per estinguere il suo debito, viene proposta a Nikita una vera e propria caccia all’uomo. Ha solo 20 minuti per salvarsi la pelle, dopodiché verrà ucciso. Sopravvissuto, s’imbatte in Helena (Silvia De Santis) donna avvolta da avvincenti e sottili misteri, che complicheranno la trama degli eventi vissuti dal Nikita, seducendo non di meno lo spettatore sino al compimento della fine.
Nikita: “Tutti i morti hanno un orologio. Ci sono nomi che muoiono più presto degli altri.”- “Ma quando muori tu che succede?” domanda Helena – “Io non muoio mai” risponde Nikita. In un gioco tra il bene e il male, scevro di linearità e ricco di asincronismi , Helena e Nikita si alternano a preda-predatore, in un caccia continua che avvince e investe i personaggi di fascinoso mistero. Nikita a contatto con la morte continua a sfidarla, trovandola nella donna ed in quel suo “odore di vivo”. Il tema della morte imperversa insistente per tutto il film. Le pause sono momenti grotteschi di riso e di ironia che smorzano i toni irrisolti della vicenda. Il bosco, la selvaticità e il metafisico che aleggia in sequenze di immagini, sottolineano quella che in Eliot nel “Bosco Sacro”, veniva chiamato correlativo oggettivo, ovvero la capacità di affidare ad oggetti e cose presenti in natura, il potenziale rappresentativo di un’emozione. Forti inoltre, i riferimenti all’arte passata: dai freddi cromatismi della tela di Blake (raccontato dal personaggio di Helena, che riporta un quadro del pittore nella stanza), ai nomi di Braque ( F. Murray Abraham) e Bruegel, sino agli omaggi alla cinematografia tedesca. Tutti particolari tesi a rendere originale il film e a darne una medesima rappresentazione. Questa l’unanime condivisione di giudizi da parte, di noi giornalisti, presenti alla prima del film di Giannini.
“I luoghi e gli scenari che ho voluto per questo film, sono spazi avventurosi e insieme metafisici – boschi e laghi carichi di nebbia, la neve, il deserto – dice il regista – nei quali il protagonista può trovare uno sfondo ideale della sua catarsi. Esperienza che io ho provato personalmente”. “La vita del Nikita a un certo punto cambia, lasciandogli intravedere qualcosa che va oltre il quotidiano, oltre l’opportunismo della sua miserabile sopravvivenza”. Lo fa giocando sino alla fine con la sua vita. “E’ una storia difficile” dice Giancarlo. “Il destino del mio personaggio corre su un margine scivoloso della nostra società su cui si inerba un sentimento di amore disperato e bizzarro, che va oltre l’esperienza di tutti i giorni. Ma è su tutto questo che ho voluto mettermi alla prova, convinto che il mezzo cinematografico si presti bene a questo genere di racconto.” “La scena ti viene addosso. I personaggi sono finti”. L’attore è un plagiatore ed è lo spettatore che recita la sua emozione. Il cinema di Giannini, è un cinema che guardando al passato del glorioso neorealismo s’innova, giocando e offrendosi (usando le sue parole): “al grande pubblico del mondo”.
In uscita dal 30 Maggio nelle sale italiane, verrà distruibuito in 50 copie da Bolero Film.
CAST TECNICO
Regia: Giancarlo Giannini
Soggetto: Lorenzo Cairoli
Sceneggiatura: Luca D’Alisera
Ludovica Rampoldi
Massimo Guglielmo
Dir. della fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
Musiche: Adriano De Santis
Scenografie: Pierluigi Basile
Arredatore: Federico Calò Carducci
Costumi: Andrea Viotti
Montaggio: Roberto Pempignani
Tecnici del suono: Davide Magara
Alessandro Boscolo
Paolo Lucaferri
Produzione: Magalì Production
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