ROMA – “L’intreccio delPadre – spiega Gabriele Lavia – è semplicissimo. Un marito sospetta che la moglie lo abbia tradito e che la figlia sia figlia di un altro. Marito, moglie, figlia e…l’altro. Un intreccio, diciamolo pure, banale, che nelle mani di Strindberg diventa un ‘abisso’. O, meglio, il precipitare nell’abisso della perdita di ogni ‘certezza ontologica’ dello statuto virile della paternità e l’avvento della condizione di ‘incertezza dell’essere’ dell’uomo che, dunque, deve fare i conti con la cultura, la storia e addirittura, poiché Strindberg scrive una tragedia classica, con il mito”.
“Siamo alla fine dell’Ottocento e, quindi, ci si muove – prosegue Lavia – in un ambito nel quale, ancora, non è possibile scientificamente provare con certezza la ‘paternità certa’ di un uomo. Solo la madre è certa. Il padre non è certo. Così il Capitano. Il Padre, cioè l’uomo del comando, privato di ogni certezza è condannato a soccombere di fronte alla donna che è più forte, perché ha la ‘certezza dell’essere’. La certezza dell’essere contro l’incertezza del non essere. E se l’essere uomo diventa ‘non essere’, diventa proprio come Amleto, follia”.
Bologna |
Arena del Sole |
8 – 11/2/2018 |
Milano |
Teatro dell’Elfo |
15 – 25/2/2018 |
Torino |
Teatro Carignano |
27/2 – 11/3/2018 |
Genova |
Teatro della Corte |
13 – 18/3/2018 |
Udine |
Teatro Nuovo |
21 – 23/3/2018 |
Teatro Quirino di ROMA
23 gennaio 4 febbraio
Fondazione Teatro della Toscana
GABRIELE LAVIA
IL PADRE
di August Strindberg
con Federica Di Martino
e con Giusi Merli Gianni De Lellis Michele Demaria
Anna Chiara Colombo Ghennadi Gidari Luca Pedron
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Giordano Corapi
luci Michelangelo Vitullo
regista assistente Simone Faloppa
regia GABRIELE LAVIA
Lo spettacolo ha una durata di 2 ore e 15 minuti incluso intervallo