Festa Cinema Roma 14. “Where’s My Roy Cohn?”, ritratto del diabolico avvocato di Trump

ROMA – Roy Cohn, nato a New York nel 1927 e morto nel 1986 a Bethesda, è stato uno degli avvocati statunitensi più noti. Difensore senza morale di ricchi, potenti, boss mafiosi, politici corrotti e di estrema destra, cui fece vincere cause impraticabili. 

Nel 1951 ebbe un ruolo importante nella cosiddetta “caccia alle streghe”: fu viceprocuratore federale nel processo per spionaggio a carico dei coniugi Rosenberg, che dietro suo stimolo furono condannati a morte. 

Divenne consulente del senatore Joseph McCarthy e durante il “terrore Rosso” degli anni ‘50 Cohn ebbe grande influenza su McCarthy: i due inaugurarono l’era della politica paranoica americana con tattiche intimidatorie, retorica divisiva e aggressività contro le minoranze vulnerabili, metodi che oggi purtroppo riemergono con forza. Omosessuale lui stesso non lo dichiarò mai e anzi aiutò Mc Carthy e l’FBI di J. Edgar Hoover a distruggere altri omosessuali come lui. Da assistente di McCarthy contribuì alla linea del senatore secondo cui molti gay fossero spie comuniste, che portò Eisenhower nel 1953 a un ordine esecutivo che vietava di avere impiegati gay nelle istituzioni federali.

“Where’s My Roy Cohn?”, che dà il titolo al documentario, e ciò che si chiese Trump quando iniziarono le indagini sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016. Gli mancava uno come Roy Cohn – scomparso perché morto di AIDS – suo consigliere e avvocato personale, interprete al meglio delle arti bieche della politica del secolo ventesimo: tanto che il film fa un parallelo tra i modi bellicosi e rozzi di Roy Cohn con lo stile dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

Il documentario di Matt Tyrnauer, dal ritmo incessante come un thriller, ricostruisce attraverso molte testimonianze le origini dell’ascesa della destra, rivelando per la prima volta come uno scaltro e instabile manipolatore come Roy Cohn abbia contribuito a plasmare l’attuale situazione americana attraverso una clima di sua impronta. “La mia speranza – dice il regista – è di accendere il fuoco del riconoscimento culturale; il film ha l’intento di spiegare e motivare la gente ad agire subito e a rifiutare gli istinti più oscuri della psiche americana prima che ci annientino”.

Where’s My Roy Cohn? Matt Tyrnauer 

Interpreti Roger Stone, Ken Auletta, Liz Smith, Anne Roiphe, David Cay 

Montaggio  Andrea Lewis, Tom Maroney 

Musica Lorne Balfe

 Produttore  Matt Tyrnauer, Corey Reeser, Marie Brenner, Joyce Deep, Andrea Lewis

 Co-produttore Blaine Vess, Andrew Tobias, Randy Fertel, Jamie Wolf, Graham High, Alison Schnapp, Micah Baskir 

Produzione Altimeter Films 

Co-produzione  Concordia Studio, Wavelength Productions

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