“La vegetariana”, romanzo che è valso alla scrittrice sudcoreana Han Khang il Man Booker International Prize 2016, racconta della giovane Yeong-hye andata moglie a un uomo che la scelse per la sua ordinarietà e che non si capacita quando lei gli annuncia, all’improvviso, la decisione di non mangiare più carne. Anzi, di non mangiare per niente, in una tortura autoinflitta che, con il passare del tempo, si manifesta quale variante del suicidio.
Yeong-hye è tanto più ferma nella sua presa di posizione, quanto più questa viene contrastata dall’ambiente che la circonda. La sua scelta è avvolta nel mistero: dice di aver fatto un sogno, ma quale sia e quali le sue motivazioni non lo svelerà mai. A un certo punto il romanzo lascia intuire che la donna si indentifica col mondo vegetale e vorrebbe diventare una pianta, tanto da essere irretita in un rapporto sessuale da un parente che le dipinge il corpo di fiori. Ragioni non esaustive del suo rifiuto della vita trapelano da immagini di un’infanzia di vessazioni, dal rapporto con un padre violento …
Sebbene non esaudisca gli interrogativi che suscita, il breve romanzo di Han Khang riesce a tenere avvinti, grazie alla purezza della scrittura e all’ allotropia di capitoli in cui la protagonista è raccontata con gli occhi di personaggi diversi. Particolarità che rende lo stile associabile alla perfezione e alla rarità del diamante, del quale possiede però punte capaci di quel vivi-sezionamento che può impressionare. Per lettori con stomaci forti
Han Kang
La vegetariana
Adelphi edizioni
Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra
Temi: Letteratura coreana
Pag. 177
Cartaceo Euro 18
Ebook 9,99