Thailandia. L’esercito annuncia il colpo di Stato

 

BANGKOK – Il capo dell’esercito Prayut Chan-O-Cha ha annunciato oggi un colpo di Stato in Thailandia, davanti alle telecamere della televisione locale. «Perché il paese torni alla normalità», le forze armate «devono prendere il potere a partire dal 22 maggio alle 16.30», ha detto. Il generale, che aveva dichiarato la legge marziale nel paese, ha ricordato gli episodi di violenza che hanno fatto almeno 28 morti in Thailandia nelle ultime settimane.

«Tutti i tailandesi devono restare calmi e i funzionari devono continuare a lavorare come al solito», ha spiegato l’alto ufficiale. L’annuncio del colpo di Stato è arrivato al termine di una riunione tra i principali leader delle fazioni rivali del paese che avrebbe dovuto condurre a un accordo di compromesso. I leader dei manifestanti, che hanno partecipato all’incontro, sono stati portati via dai soldati, caricati su mezzi militari e condotti verso un luogo non specificato. La Thailandia ha conosciuto 18 colpi di stato o tentativi tali in circa 80 anni. L’ultimo era stato compiuto nel 2006 contro l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra.

 

Intanto i soldati hanno preso in consegna i leader delle proteste di piazza che dallo scorso novembre si sono susseguite a Bangkok e nell’intero Paese asiatico: lo hanno riferito alcuni testimoni oculari, che hanno raccontato di averli visti prelevare tanto l’ex vice premier Suthep Thaugsuban e i più stretti collaboratori, con i quali per sei mesi ha guidato le manifestazioni anti-governative, quanto diversi rappresentanti delle cosiddette ‘camicie rossè fedeli al discusso magnate Thaksin Shinmawatra e a sua sorella Yingluck, entrambi già primi ministri.

Insieme a loro sono stati prelevati anche i delegati dei partiti, sia al potere sia all’opposizione, che fino a poco prima avevano partecipato al secondo vertice di emergenza, convocato nell’arco di due giorni da Prayuth per cercare una soluzione concordata alla gravissima crisi politico-istituzionale. Sono stati lasciati andare solo gli emissari della porzione non elettiva del Senato, e quelli  della Commissione Elettorale Centrale. Tutti gli altri presenti sono stati quindi condotti dal Circolo Ufficiali della capitale, la sede dei colloqui nel frattempo circondata da centinaia di unità di rinforzo, al quartier generale del I Reggimento di Fanteria: non è chiaro peraltro se si sia trattato di veri e propri arresti formali. La riunione era stata interrotta bruscamente dal generale al termine di circa due ore di discussioni, fino ad allora rimaste prive di risultati di sorta per l’intransigenza delle parti. A quel punto il numero uno dell’Esercito, che l’altroieri aveva introdotto la legge marziale, è apparso alla televisione nazionale per proclamare il golpe: il diciannovesimo avviato dalla Forze Armate dalla fine della monarchia assoluta, nel 1932, e il dodicesimo ad andare a buon fine. «Tutti i thailandesi debbono restare calmi», ha ammonito in diretta, «e i dipendenti pubblici continuare a lavorare come di norma».

 

 

 

 

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