CITTA’ DEL VATICANO – «Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità!». Papa Francesco ha definito così – nell’omelia della messa della Domenica delle Palme – «guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato».
«Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, contro i tuoi peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male!», ha esortato rivolto agli oltre 50mila fedeli presenti, tra i quali moltissimi giovani.
Nell’omelia, la seconda pronunciata in piazza San Pietro dopo l’elezione dello scorso 13 marzo, il nuovo Pontefice ha ricordato il legame che esiste tra il male che ferisce la società, e in particolare i più deboli, e «i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione». «Cari amici – ha scandito – »noi tutti possiamo vincere il male che c’è in noi e nel mondo: con Cristo, con il Bene!. C i sentiamo deboli, inadeguati, incapaci?«, ha chiesto ai fedeli. »Ma Dio – ha assicurato – non cerca mezzi potenti: è con la croce che ha vinto il male!. Con Cristo – ha spiegato – possiamo trasformare noi stessi e il mondo«.
L’esortazione di Papa Francesco è dunque a »portare la vittoria della Croce di Cristo a tutti e dappertutto; portare questo amore grande di Dio«. »E questo – ha detto – chiede a tutti noi di non avere paura di uscire da noi stessi, di andare verso gli altri”.