Takis Biotech ha inaugurato il nuovo laboratorio BSL-3 presso il Tecnopolo di Castel Romano, una struttura di alta sicurezza biologica destinata alla ricerca su agenti patogeni altamente infettivi.
Il laboratorio, progettato dalla società Labozeta SpA, permetterà lo svolgimento di ricerche avanzate in ambito biomedico e oncologico, consolidando il Tecnopolo come centro di riferimento internazionale. La struttura è stata concepita per garantire la massima sicurezza per il personale e per consentire lo svolgimento di ricerche avanzate in un ambiente controllato e protetto.
Presenti all’evento numerose figure istituzionali e scientifiche. All’inaugurazione, moderata da Giuliano Perelli, Direttore Generale ANASPI, hanno infatti partecipato Giuseppe Roscilli e Luigi Aurisicchio, rispettivamente direttore scientifico e CEO di Takis, Giancarlo De Matthaeis, Presidente Labozeta SpA, Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, l’Onorevole Massimo Maselli, Assessore all’inclusione sociale e servizi alla persona della Regione Lazio, l’On. Luciano Ciocchetti, Deputato della Camera della Repubblica Italiana e il Marco Silvestroni, Senatore della Repubblica Italiana.
Tra le altre figure istituzionali hanno partecipato anche Giovanni Libanori, Presidente dell’ASP San Michele, Francesca Barbato, Consigliere Comunale di Roma, Stefano Cacciotti, Consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale, Edy Palazzi Consigliere Regione Lazio.
Il modulo, equipaggiato con cappe, incubatori e filtri per garantire la sicurezza, consente lo studio di microorganismi pericolosi per l’uomo, come i virus SarsCoV2 e quello della Dengue, e il batterio della tubercolosi.
Il Biomodulo Bsl3 è il primo laboratorio biologico super-sicuro in Italia e nello stesso tempo di frontiera perchè può essere replicato per fare ricerche sul campo dove compaiono focolai di epidemie.
“E’ un laboratorio con un livello di sicurezza 3, completamente isolato dal mondo esterno”, ha detto l’amministratore unico della Takis Luigi Aurisicchio nell’evento organizzato dall’azienda per presentare la nuova struttura.
“Di laboratori di livello 3 ne esistono diversi in Italia, ma soltanto questo – ha aggiunto – comprende anche uno stabulario che permette di sperimentare direttamente le molecole in fase di studio in uno spazio molto contenuto”. Il laboratorio si chiama Biomodulo ed è indicato con la sigla Bsl3, che sta per ‘Biosafety Level 3’ e si inserisce nel centro di biotecnologie che la Takis sta realizzando a Castel Romano.
“Lo abbiamo progettato noi ed è super-tecnologico, con uno spazio dedicato alle ricerche in vitro su colture di cellule, uno per lo stabulario, e poi una parte tecnica e gli spogliatoi per il personale altamente qualificato”, ha detto ancora Aurisicchio.
Entrerà subito in funzione, con ricerche su nuove terapie contro la tubercolosi, vaccini a Dna anti-Covid di nuova generazione e, in futuro, ricerche su un vaccino contro la malaria.
La nascita del Biomodulo, che ha visto il coinvolgimento di altre due aziende italiane. è stata possibile grazie a una “costante collaborazione tra ingegneri, biologi, chimici, che, nonostante la sfida ambiziosa, hanno trovato un linguaggio comune per sviluppare un progetto nel quale noi tutti abbiamo sempre creduto. Questa è la vera essenza del made in italy”, ha osservato Emanuele Marra, Chief Operating Officer della Takis.
“Grazie all’integrazione di tecnologie di ultima generazione e conoscenze scientifiche avanzate, abbiamo sviluppato un laboratorio capace di accelerare la ricerca su malattie infettive complesse,” ha sottolineato Giuseppe Roscilli, Chief Technology Officer della Takis.
“La nostra visione . ha aggiunto – è combinare innovazione tecnologica e competenze scientifiche per creare un ambiente in cui i ricercatori possano fare progressi significativi, contribuendo alla lotta contro pandemie e malattie senza soluzioni terapeutiche”.
Un aspetto distintivo del BioModulo è la possibilità di moltiplicare questa struttura in modo da condurre ricerche simultanee su diversi microrganismi pericolosi. “È un laboratorio di frontiera, concepito – ha concluso Roscilli – per essere riprodotto e utilizzabile ovunque vi siano elettricità e connessione internet”.