L’evento si svolgerà Venerdì 4 aprile 2025 dalle ore 16:00 alle 18:30 al Teatro della Cappella Universitaria, Piazzale Aldo Moro 5
Un’immagine che ha attraversato i secoli, un mistero che continua a interrogare scienziati, teologi e credenti. Venerdì 4 aprile 2025, presso il Teatro della Cappella Universitaria di Roma, si terrà l’evento “La Sindone: il mistero di un’immagine da studiare e da contemplare”, un pomeriggio di riflessione aperto al pubblico e rivolto in particolare al mondo universitario.
L’incontro, che si svolgerà dalle ore 16:00 alle 18:30, offrirà un’occasione unica per approfondire il significato della Sindone da diverse prospettive: quella scientifica, quella storica e quella spirituale.
Ad aprire l’evento sarà il prof. Ottavio de Bertolis, sacerdote gesuita e cappellano dell’Università La Sapienza, docente alla LUMSA di Roma e figura di riferimento per il dialogo tra fede e cultura. Il suo intervento introduttivo darà il tono a un pomeriggio che vuole essere non solo informativo, ma anche profondamente ispirante.
Seguiranno tre relazioni di alto profilo:
- Alle ore 16:30 Emanuela Marinelli, naturalista e geologa, nota sindonologa, presenterà un excursus sulle ricerche scientifiche svolte dal 1988 ad oggi, soffermandosi sulle controversie e sui nuovi sviluppi seguiti alla celebre datazione radiocarbonica.
- Alle ore 17:00 prenderà la parola Luigi Campanella, già ordinario di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali alla Sapienza, che illustrerà i metodi di datazione più innovativi applicabili a reperti antichi, tra cui le tecniche enzimatiche da lui proposte.
- Alle ore 17:30 sarà il turno di don Domenico Repice, teologo, iconografo e studioso della Sindone, che affronterà il tema “Una provocazione per l’uomo contemporaneo”, riflettendo sul valore esistenziale e simbolico dell’immagine impressa sul telo.
In un’epoca segnata dal bisogno di certezze e al tempo stesso di riscoperta del mistero, l’evento promette di essere un momento di alta riflessione e di dialogo tra saperi.
La Sindone – sospesa tra indagine scientifica e silenzio contemplativo – si conferma ancora una volta un “segno di contraddizione”, capace di attraversare i confini della fede e della ragione.