ROMA – Si è aperto nel pomeriggio in Piazza della Repubblica a Roma, il coloratissimo Gay Pride 2013.
Il corteo si snoderà lungo tutto il centro, da piazza della Repubblica da dove è partito fino a piazza Santa Maria Maggiore, lungo via Merulana, largo Brancaccio, via Labicana, piazza del Colosseo, via dei Fori imperiali e piazza Madonna di Loreto. Dopo la manifestazione, i partecipanti potranno scatenarsi al ‘Celebration official pride party’, presso la nuova location estiva del ‘Roma vintage’.
“Dimostriamo che Roma è davvero una città aperta” questo lo slogan della manifestazione.
A portare lo striscione “Roma città aperta” ci sono il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, il consigliere capitolino Luigi Nieri in rappresentanza di Roma Capitale e il portavoce del Pride Andrea Maccarrone. A seguire i tradizionali carri e il pullman a due piani dell’organizzazione. Poi ci sono le drag queen con la bandiera francese e un cartello con su scritto “In Francia mi posso sposare, in Italia quando?”. Sono proprio loro a catturare maggiormente l’attenzione di tutti i passanti incuriositi.
Tra i partecipanti di quest’anno anche due gemellini di sei mesi in una maxicarrozzina con su scritto “Famiglie arcobaleno. Associazioni genitori omosessuali”. Ad accompagnarli una donna che ha scritto sulla sua maglietta rosa “È l’amore che crea una famiglia”.
Il neo sindaco di Roma Ignazio Marino non ha partecipato e ha inviato a distanza un videomessaggio ai partecipanti del Pride romano: “Con il mio cuore e il mio pensiero sono lì con voi al Gay pride della capitale d’Italia: dobbiamo tutti insieme sottolineare che i diritti delle persone non possono essere negoziati, non diritti speciali per qualcuno ma gli stessi diritti assolutamente per tutti”. Il delegato del sindaco Luigi Nieri (Sel) appena arrivato al Roma Pride 2013, ha spiegato: “Roma Capitale è presente a questa bellissima manifestazione, come è giusto che sia. La polemica di ieri è, appunto, di ieri ed è finita, Roma diventerà la capitale dei diritti. Se faremo un registro delle unioni civili? Faremo tutto. Ci sono state troppe aggressioni negli ultimi anni, troppe tragedie della solitudine. Noi vogliamo, e non da oggi, far diventare Roma la capitale dei diritti”.
Poi Nieri ha consegnato la lettera inviata da Marino:
”Carissime e carissimi permettetemi innanzitutto di ringraziarvi dell’invito a partecipare alla vostra manifestazione che la città di Roma è felice di accogliere anche quest’anno. Pur non potendo essere presente personalmente mi preme salutare ed esprimere la mia sincera vicinanza a tutti voi che oggi sfilerete per le strade della capitale nel nome dei diritti e di quella libertà di amare che è propria di ciascun individuo – scrive il sindaco – Troppe volte, negli ultimi anni, la città di Roma è stata teatro di aggressioni omofobe e di altri gravissimi episodi di discriminazione: fenomeni inaccettabili che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione, a cominciare dalle sue istituzioni. Per questo voglio ribadire da sindaco il mio impegno affinché a Roma i diritti di tutti siano garantiti e sradicata ogni forma di intolleranza. Odio e discriminazione – si legge – non possono avere diritto di cittadinanza in questa che non è solo la capitale d’Italia ma è la culla della civiltà. Roma deve invece diventare una capitale dell’accoglienza e dell’uguaglianza, in cui nessuno possa mai più sentirsi offeso nè marginalizzato e dove la cultura del rispetto rappresenti un valore non negoziabile. Una capitale dei diritti da costruire insieme – conclude – è questa l’idea di Roma in cui credo, con la quale voglio augurarvi buon Pride. Cordiali saluti”.
Partecipano al Gay Pride di quest’anno volti noti come Vladimir Luxuria, Dario Vergassola, Franco Grillini e il senatore Sergio Lo Giudice. E poi anche alcuni consiglieri capitolini neo eletti come Francesco D’Ausilio, Paolo Masini.