Il Rinascimento che suona: l’organo di Antegnati torna a vivere con Brilliant Classics

Costanzo Antegnati (1549 – 1624)
12 Ricercari
Federico Del Sordo organo, clavicembalo e clavicordo
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2018 Brilliant Classics 95628
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PER L’ASCOLTO


C’è un passaggio nell’ Antegnata (1608) che sembra scritto con il sorriso ironico di chi conosce bene la propria arte e non ha bisogno di ostentarla. Costanzo Antegnati (1549–1624), organista bresciano e discendente della celebre dinastia di costruttori d’organi, confessa senza falsa modestia.

«Questi miei ricercari fatto [sic] in questo stile, più tosto posso dire triviale, per compiacere alli amici, che hanno potuto comandarmi, non li ho fatti per concorrere con altri, né perché mi sia immaginato di far cose nove, quali non fossero mai state fatte, cosi dico di qualunque altra compositione da me fatta, anzi da ogn’altro fatta voglia che Armonia, o sorte di cantilena ella si sia, perche sarebbe vanità il creder e altramente, sapendo che non è cosa nuova la Musica, ne lo suonar d’Organo, ne le cantilene di mille foggie, ma è antichissima, come mi obligarei à trovargli, quanto sapessero trovare, overo immaginarsi cosa nuova, per stravagante ch’ella si sia».

Con queste parole introduce il lettore non solo alla sua raccolta di Ricercari, ma a un’intera concezione dell’arte organaria: pragmatica, antica, e al tempo stesso familiare. L’ Antegnata, manuale di uso e manutenzione dello strumento, nasce infatti in forma di dialogo  tra padre e figlio, un gesto di fiducia e di affetto che si traduce in un vademecum per musicisti e costruttori, ma anche in una piccola difesa preventiva contro i “mercanti” di organi senza scrupoli.

Il trattato, oltre a contenere istruzioni su accordatura, disposizione dei registri e manutenzione dello strumento, apre con un elenco minuzioso di installazioni curate dagli Antegnati, vera e propria pubblicità ante litteram per la bottega di famiglia. Eppure, a fianco delle “schede tecniche” che elencano le composizioni dei registri dell’organo e la loro classificazione, Antegnati inserisce dodici Ricercari: non meri esercizi dimostrativi, ma composizioni che diventano repertorio suonabile, testimonianza viva della bottega e della sua eccellenza.

È qui che interviene Federico Del Sordo, organista dalla rara capacità di trasformare la didattica in diletto, restituendo a questi brani una voce che sa unire rigore filologico e gusto moderno. La sua interpretazione, pubblicata dalla Brilliant Classics, scorre limpida e avvincente: i Ricercari si fanno “corrimano d’idee” che si inseguono e si incastrano come tessere di un mosaico, arricchiti da diminuzioni eleganti e mai invadenti. I groppi e le cavate sembrano quasi scritti in partitura in quella prassi dettata dalle limitazioni della stampa, respirano nell’intavolatura con naturalezza, e invitano l’ascoltatore a un gioco di intrecci e sorprese.

L’intelligenza del progetto sta anche nel contesto musicale: alle dodici architetture di Antegnati si alternano quattro Canzoni francesi di Anton Holzner (1599–1635), una detta la  Serpentina di Vincenzo Pellegrini (1562–1630), una chiamata la Ducalina di Agostino Soderini (1598–1608) e, a metà disco – quasi a spartire il ciclo – troneggia una toccata di Ercole Pasquini (XVI sec.–1608/19). Il percorso, della durata complessiva di un ora, si sviluppa come un rosario musicale che alterna meditazione e spregiudicatezza popolare, un viaggio circolare che restituisce la vivacità del contesto rinascimentale.

Fondamentale la scelta degli strumenti utilizzati in questa incisione: l’organo storico Meiarini della chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia, un clavicembalo Marini (copia di un italiano del XVII secolo) e un clavicordo Chiaramida (copia di anonimo 1620). Una tavolozza sonora che non solo mette in rilievo le diverse sfumature del repertorio, ma richiama lo spirito stesso dell’Antegnati, autore di un trattato concepito anche come materiale promozionale della bottega, pronto a viaggiare oltre confini e mani.

Il risultato è un disco che coniuga sapienza e pragmatismo, erudizione e piacere d’ascolto. Federico Del Sordo, interprete attento e brillante, offre una lettura seria ma mai seriosa, capace di riportare alla luce un patrimonio organario e organistico italiano prezioso.

Brilliant Classics, dal canto suo, ne incornicia l’opera con cura editoriale e chiarezza sonora, rendendo questo viaggio “fuori dal tempo” un’occasione di scoperta per studiosi e melomani.

In fondo, come suggeriva lo stesso Antegnati, non esiste nulla di “nuovo” in musica. Ma nell’equilibrio tra rigore e grazia, tra manuale tecnico e intrattenimento raffinato, questo disco riesce a far sembrare nuovo anche ciò che è antichissimo.

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