ROMA – I tagli alla cultura con la riduzione di finanziamenti tra il 30 ed il 50% emersi nella riunione della Commissione Cultura del 14 gennaio , nonostante le rassicurazioni da parte dell’Assessore alle OO.SS, destano fortissime preoccupazioni e non tengono però conto di quanto già è stato decurtato nel corso del 2013.
Il Palazzo delle Esposizioni infatti ha già subito la riduzione di finanziamenti nel corso dell’ultimo anno passando da 15 a 11 milioni di euro: sono infatti venuti a mancare i 4 milioni della Fondazione Roma rispetto ai quali l’allora sindaco Alemanno si era impegnato a farsi carico per assicurare l’attività già programmata che ha subito pesanti ripercussioni .
La prospettata riduzione del finanziamento portandola a 5 milioni per l’anno 2014, come apparso oggi sui quotidiani, decreterebbe inevitabilmente la chiusura della struttura; solo per tenere aperto il Palazzo e le altre sedi ad esso collegate occorrono infatti 4,5 milioni di euro e 3,5 milioni sono necessari per assicurare gli stipendi del personale. In termini di ottimizzazione si potrebbe procedere riducendo le consulenze e le collaborazioni esterne valorizzando piuttosto le risorse interne.
Per quanto concerne “il contenimento della spesa sul quale l’Assessore dichiara di lavorare con Zetema”, nessun riscontro è arrivato alle proposte della Cgil inviate al Responsabile della Cultura Capitolina, al Sovrintendente, all’Amministratore delegato di Zetema, nonostante gli impegni presi nei vari tavoli sindacali. Né si è reputato di coinvolgere le Organizzazioni Sindacali nella razionalizzazione dei costi.
Intanto nulla si è fatto per riorganizzare : l’Azienda annovera nel suo staff ben 16 dirigenti ad un costo medio di 100.000 euro annui, le cui attività, forse, potrebbero essere razionalizzate. Ci sono poi le consulenze esterne la cui lista è piuttosto ricca. La stessa Amministrazione Comunale, in particolar modo la Sovrintendenza, si avvale della società in house per attivare collaborazioni, anche di carattere scientifico per commissionare lavori il cui personale interno potrebbe svolgere con assoluta professionalità e serietà.
Intanto i lavoratori e i cittadini pagano la crisi in prima persona: i salari sono fermi da anni, gli stipendi sono a rischio cosi’ come la programmazione di tutta l’offerta culturale della città.
Già nei prossimi giorni se non avremo risposte adeguate partirà la mobilitazione dei lavoratori per non lasciare che a pagare le conseguenze delle scelte sbagliate dell’Amministrazione siano i piu’ deboli.