ROMA – La Direzione Investigativa Antimafia nel corso del 2015 ha complessivamente operato, in materia di aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti, sequestri per oltre 2 miliardi e mezzo di euro e confische per oltre 600 milioni di euro, a discapito delle principali consorterie criminali.
I dati sono stati presentati questa mattina al Viminale da parte del Direttore della Dia, Generale Nunzio Antonio Ferla, del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, e del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Tra le principali operazioni, è stata segnalata quella condotta dalla Dia di Palermo contro i fratelli Virga che, grazie a ‘cosa nostra’, erano riusciti ad aggiudicarsi, nel tempo, lavori e appalti pubblici nel settore dell’edilizia. Il sequestro operato nei loro confronti ha riguardato un patrimonio complessivo di oltre un miliardo e 600 milioni di euro.
Nel settore del controllo degli appalti pubblici la Dia ha effettuato 4.997 monitoraggi nei confronti di altrettante imprese ed eseguito accertamenti di oltre 40.289 persone fisiche ad esse collegate. Inoltre, dei 139 accessi ai cantieri operati, si è proceduto al controllo di 4.408 soggetti, 1.243 imprese e 2.623 mezzi. L’obiettivo di quest’anno è stato quello di potenziare l’azione di prevenzione in senso stretto, facendo tesoro della positiva esperienza maturata per Expo 2015. Nello specifico, tracciando un bilancio dell’evento, il Direttore della Dia, Generale Nunzio Antonio Ferla, ha precisato che le 5.216 istanze di accertamento, pervenute complessivamente dalla Prefettura di Milano, sono state tutte evase, comportando uno screening informativo su 6.566 imprese e 75.535 persone fisiche.
I controlli di competenza della Dia e del Gruppo Interforze si sono esplicati in un totale di 111 accesi ai cantieri, che hanno portato al controllo ”in loco” di 1.065 imprese, 3.470 persone e 1.557 mezzi. Le imprese verificate sono state 8.759. Tale attività ispettiva si è conclusa con l’emanazione di 133 misure interdittive antimafia da parte della Prefettura di Milano. Da quest’anno, nel settore dell’antiriciclaggio è stato reso pienamente esecutivo un nuovo sistema basato sull’analisi delle ”segnalazioni di operazioni sospette” attraverso tre distinte procedure informatiche complementari, che hanno consentito, dal 1° gennaio di quest’anno, di raggiungere l’obiettivo di analizzare tutte le ”segnalazioni sospette” pervenute
Nel corso della presentazione dei risultati conseguiti è stato reso noto che la Dia sta attualmente coordinando 329 inchieste contro la criminalità organizzata, di cui 52 di iniziativa e 277 su delega dell’Autorità Giudiziaria. Sono state concluse 26 operazioni che hanno portato all’emissione di 163 provvedimenti restrittivi della libertà personale, riguardanti 222 soggetti (mentre altri 240 sono stati deferiti in stato di libertà), nonché al sequestro di beni per un valore di oltre 225 milioni di euro e alla confisca di attività per un valore di 10 milioni e mezzo di euro. Tra le principali operazioni è stato dato risalto a quella denominata ”Doma” della Dia di Napoli, grazie alla quale sono state arrestate 44 persone fra Caserta, Napoli, Perugia e Salerno. Fra di loro commercianti e imprenditori ritenuti affiliati al clan dei Casalesi e, in particolare, al gruppo facente capo a Francesco Schiavone (Sandokan) e al suo luogotenente Giuseppe Russo. Inoltre, è stato fatto cenno all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del cognato di Matteo Messina Denaro, Gaspare Como, a cui sono stati sequestrati anche beni per circa 200 mila euro.