Crisi. A giugno la proposta UE su data scadenza cibi

ROMA – Preoccupa il fatto che il Commissario per la salute ed i consumatori, Tonio Borg, abbia evidenziato che i consumatori hanno difficoltà nel comprendere il termine minimo di conservazione indicato in Italia con la dicitura  “da consumarsi preferibilmente entro” e che per questo la Commissione sta preparando una comunicazione sulla sostenibilità del sistema alimentare, che verrà presentata a giugno per identificare le soluzioni atte a risolvere anche questo problema.

E’ quanto afferma a Coldiretti  nel sottolineare che l’ipotesi di eliminazione della “data di scadenza” sarà dunque uno dei temi del semestre di presidenza italiana dell’Unione ed è solo l’ultimo esempio di come l’Unione Europea condiziona la vita quotidiana dei cittadini a partire dalla tavola. Dal via libera a allucinanti novità a  vincoli che fanno sparire  i cibi tipici  ed anche le alchimie che snaturano gli alimenti più comuni saranno oggetto del  rapporto sull’ “Europa che cambia la tavola” con decine di esempi eclatanti che riguardano anche i cibi piu’ comuni che saranno esposti dal vivo per l’occasione all’ incontro con diecimila agricoltori della Coldiretti domani, mercoledi  21/5 Fiera Milano Congressi  alle 9,30 in cui saranno anche svelati i “segreti” per riconoscere le qualità dei prodotti e  leggere le etichette europee in un momento in cui molti italiani sono costretti a comperare cibi low cost a causa della crisi. Il Consiglio dei Ministri dell’ agricoltura ha dunque discusso il documento presentato da Paesi Bassi e Svezia ha riguardato il termine minimo di conservazione (art. 24 in combinato con Allegato X del Regolamento 1169/2011) prendendo in considerazione – continua la Coldiretti – la possibilità di estendere l’elenco dei prodotti esentati dall’obbligo di indicazione del termine minimo di conservazione sull’etichetta. C’è effettivamente il rischio che sotto il pressing delle lobby industriali si concretizzi – continua la Coldiretti – il solito tentativo dei Paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee ad uno standard di qualità inferiore al nostro con la scusa – sottolinea la Coldiretti – di tagliare gli sprechi alimentari. Con l’eliminazione della “data di scadenza” l’Unione Europea taglia di fatto la qualità del cibo in vendita in Europa che con il passare del tempo perde le proprie caratteristiche nutrizionali in termini di contenuto in vitamine, antiossisidanti e polifenoli che – precisa la Coldiretti –  fanno bene alla salute, ma anche quelle le proprietà organolettiche, di fragranza e sapore dal quale deriva il piacere di stare a tavola. La tentazione di mangiare cibi scaduti per non sprecare non puo’ andare a scapito della qualità dell’alimentazione in una situazione in cui molti cittadini sono costretti a risparmiare sulla spesa privandosi di alimenti essenziali per la salute o rivolgendosi a prodotti a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie qualitative come dimostra il fatto che  le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia con un +2,9%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi mesi del 2014. Complice la crisi economica peraltro già oggi appena il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità dei prodotti scaduti prima di buttarli, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Gfk Eurisko dalle quali si evidenza peraltro che solo il 54% degli italiani controlla quotidianamente il frigorifero e il 65% controlla almeno una volta al  mese la dispensa. Il Termine Minimo di Conservazione (TMC) differisce quindi dalla data di scadenza vera e propria che – precisa la Coldiretti –  è la data entro  cui il prodotto deve essere consumato ed anche  il termine oltre il quale un alimento non può piu’  essere posto in commercio. Tale data di consumo non deve essere superata altrimenti ci si può esporre a rischi importanti  per la salute. Si applica ai prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili da un punto di vista microbiologico ed è indicata con il termine “Da consumarsi entro” seguito dal giorno, il mese ed eventualmente l’anno e vale indicativamente per tutti i prodotti con una durabilità non superiore a 30 giorni. Per quanto riguarda la procedura, se la Commissione decide di modificare l’elenco dei prodotti con un atto delegato questo deve essere inviato al Consiglio e al Parlamento europeo che avranno due mesi di tempo per sollevare obiezioni (possono dire solo si o no, ma non modificarlo). In caso di mancanza di obiezioni entro i due mesi l’atto delegato è considerato definitivamente adottato e pubblicato in gazzetta ufficiale. Va considerato che poiché il regolamento (UE) n° 1169 / 2011 si applica a decorrere dal 13 dicembre 2014, e quindi anche le relative modifiche che verranno apportate al regolamento non potranno – conclude la Coldiretti – essere applicate prima di tale data.

 

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