Non solo un Coach con la C maiuscola, ma molto di più: Sir John Whitmore

“Quelli che vogliono vincere vincono, quelli che hanno paura di perdere perdono: tendiamo a conseguire ciò su cui ci concentriamo. Se temiamo di fallire, vuol dire che siamo concentrati sul fallimento, ed è proprio quello a cui andremo incontro.” John Whitmore (1937 – 2017)

Sir John Whitmore, uno dei padri fondatori del coaching ci ha lasciato pochi giorni fa. A lui i professionisti del coaching devono tantissimo in termini professionali, ma soprattutto ha lasciato riflessioni  per tutti di profondo valore e umanità, nonché l’esempio che essere coach è diverso da fare il coach.

Qualche tempo avevo già parlato di lui nell’articolo “Ma il Coaching… quando e dove nasce?” Tuttavia oggi vorrei, in queste poche righe, presentarlo facendo parlare lui stesso, attraverso i suoi pensieri che più hanno ispirato la mia vita professionale e personale.

“Se lo devo fare è per te, se lo voglio fare è per me”. Ecco un pensiero che porta nella vera dimensione del cambiamento, sia desiderato che dovuto a seguito di eventi esterni che possono metterci in difficoltà e nelle condizioni comunque di dover fare qualcosa diverso. In entrambi i casi il maturare la scelta di volerlo e non doverlo, farà la differenza perché attiverà in noi la volontà di autodeterminare il futuro attraverso le azioni di oggi.

“Il coaching si focalizza sulle possibilità future e non sugli errori del passato”. Spesso ci aggrovigliamo su quello che è successo, su ciò che non ha funzionato, ma non solo per apprendere dagli errori passati. Rimaniamo bloccati su questi pensieri ed intanto il tempo passa. Energia spesa nei rimpianti e rimorsi, troppo a lungo, che potremmo utilizzare per costruire a partire da oggi un futuro migliore, apprendendo dal passato, ma proiettando tutti gli insegnamenti appresi su un nuovo progetto.

“Imparare a creare è essenziale, necessario, vitale e fondamentale. È il fondamento su cui costruire la vita che si desidera.” L’unica cosa certe della vita è il cambiamento, affrontarlo cercando nuovi stimoli, con creatività ci darà la spinta verso la ricerca di nuove soluzioni, nuove situazioni sempre maggiormente adatte ed efficaci per noi stessi. 

“Creare consapevolezza e responsabilità è l’essenza di un buon coaching”. Come fare a realizzare ciò che desideriamo? A volte manca solo la consapevolezza del nostro valore, troppo concentrati su stimoli meno positivi, perdiamo di vista il nostro potenziale. La responsabilità di cambiare qualcosa e migliorarsi non è delegabile, va presa in prima persona. Il Coach ha fiducia sia nel talento del proprio cliente, sia nella sua capacità di auto-risoluzione, sa accompagnarlo nel prendere consapevolezza di ciò che vale, ma solo colui che esprimerà la sua volontà chiara e responsabile del proprio miglioramento, userà tale talento nel suo progetto. Nella scelta che nasce volontariamente, qualunque essa sia, ci sarà la responsabilità della determinazione del proprio futuro. 

“Il coaching è liberare il potenziale di una persona per massimizzarne la crescita.” Il nostro compito, da Coach, che crediamo nel potenziale che ognuno può esprimere, è trovare la chiave che apre la porta del cassetto della Persona da cui far uscire il potenziale inespresso, affinché lo utilizzi nel proprio progetto di autorealizzazione. 

“Le migliori risposte alle crisi di ogni genere sono date da persone con buone capacità di adattabilità e ripresa, di forza interiore, di visione d’insieme e di compassione.” (http://www.coachingtime.it/competenze-del-coach/articoli/?id=38&titolo=il-potenziale-e-l-atteggiamento-la-leadership-e-il-coaching-per-lo-sviluppo-sostenibile).  In varie interviste l’ho sentito esprimere vari pensieri di quali capacità devono avere le persone e i leader per guidare loro stessi e le organizzazioni verso il successo, affianco alla parola adattabilità, usa spesso la parola flessibilità, per esprimere il concetto di resilienza, ossia la capacità di adattarsi al cambiamento in modo veloce e per ritrovare, di fronte ad eventi importanti ed impattanti nella nostra vita, un nuovo equilibrio. Flessibiità nel valutare le situazioni, ascoltare con apertura nuove possibilità, flessibilità nel decidere e fare scelte. 

“La stessa crisi potrebbe rendere questo compito più facile stimolando gli imprenditori e, spero, alcuni politici, ad abbandonare alcune delle loro vecchie convinzioni, a domandarsi se le loro azioni siano guidate dall’avidità, a riflettere sul loro scopo di vita e a sviluppare la volontà di contribuire ad uno scopo più ampio.” Questa riflessione apre la visione su come costruire un mondo migliore, ma lo stimolo deve esser per ciascuno di noi non solo per chi “ci guida”, migliorare quello che posso attorno a me, e se tutti lo facessimo forse cambierebbe qualcosa davvero. Paura, pigrizia e convinzioni limitanti spesso ci ostacolano a realizzare progetti, sogni, desideri e visioni migliori. “Tanto non funzionerà, tanto non cambierà nulla, tanto nessuno lo farà…”  con queste parole creiamo alibi per non essere partecipi ad un cambiamento in prima persona e deleghiamo agli altri la responsabilità del futuro. 

Ai Leader cosa suggerisce? Autenticità, buoni valori (https://www.youtube.com/watch?v=A6gC41fmVsY ), rispetto nel potenziale umano, fiducia e apertura al cambiamento, flessibilità e fare del buon business, essere dei buoni allenatori capaci di tirare fuori il meglio dalle proprie risorse “ A meno che il manager o l’allenatore non ritengano che le persone possiedano più capacità di quante siano in grado di esprimerne, essi non saranno in grado di aiutarle ad esprimerle”.

Infine sul nostro diritto e dovere di trovare la nostra strada, sentite il messaggio che ci ha lasciato in eredità, https://www.youtube.com/watch?v=nebo-PIe4rw.

Il contributo che ha lasciato in questo mondo è stato veramente importante, ma come tutte le persone che non urlano, non esaltano le masse, ma con molta umiltà e competenza esprimono del valore quasi sottovoce, forse è meno conosciuto fuori dal nostro mondo professionale, ma per chi vuole da oggi conoscerlo può trovare nel mondo digitale e editoriale la sua eredità, e son sicura che conoscendolo, come ha cambiato la mia vita in meglio, qualcosa di diverso e positivo porterà anche nella vostra. 

“Avere un talento e trovare il modo di esprimerlo è il dono più bello che puoi fare all’umanità.”
(Cit. Caterina Carbonardi)

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