Lux in arcana. Vaticano a nudo: ai Musei Capitolini i suoi archivi

ROMA – “E’ da tre mesi che le maestranze rimaste a guardia dei cantieri non ricevono lo stipendio. Io non posso pagarli! Minacciano di abbandonare la Fabbrica e i danni economici sarebbero enormi”.

Questa disperata richiesta d’aiuto arriva direttamente da Michelangelo Buonarroti, preoccupato per le sorti della Fabbrica di San Pietro che rischia di essere lasciata incustodita. La missiva della seconda metà del Sedicesimo secolo, inviata al vescovo di Cesena Cristoforo Spiriti, è solo una delle tante testimonianze che compongono la mostra Lux in arcana-L’Archivio segreto vaticano si rivela, inaugurata oggi nelle sale dei Musei Capitolini di Roma. Da Abraham Lincoln allo zar Aleksej I, da Mozart a Napoleone Bonaparte, sono tanti i personaggi storici che rivivono nei cento documenti dell’esibizione, aperta al pubblico fino al prossimo 9 settembre.

Le sezioni che compongono il percorso della mostra rivelano una Chiesa dall’aspetto proteiforme, centro del potere spirituale e temporale, ma anche cancelleria diplomatica e istituzione animata da spirito mecenatista, attenta al pensiero dell’uomo e alle sue invenzioni. Bolle papali, pergamene, cifrari ed epistole si affiancano agli atti dei processi contro Giordano Bruno e i Templari, e alla scomunica di Martin Lutero, con cui la Chiesa mostrò la sua ferocia anti eretica, in un’esibizione inedita e “unica, ma non irripetibile”, come ha sottolineato Umberto Broccoli, sovrintendente ai Beni culturali di Roma Capitale. L’apice e il declino dello Stato Pontificio rivivono nella sezione “Tiara e corona” che può vantare tra i suoi documenti l’originale della bolla Unam sanctam di Bonifacio VIII – l’ultimo atto della teocrazia papale – , la resa dell’esercito del Papa dopo la breccia di Porta Pia per arrivare alla pianta del territorio dell’odierna Città del Vaticano, uno dei quattro allegati dei Patti Lateranensi del ’29.

L’obiettivo di Lux in arcana è illustrare la ricchezza degli archivi vaticani che si sviluppano su un percorso lineare di ben 85 chilometri, nonché il complesso lavoro degli archivisti e del laboratorio di Restauro e conservazione dei sigilli. La loro attività è raccontata attraverso due video che illustrano il riordino dei documenti del cosiddetto “periodo chiuso” che conclude la mostra. Con questa espressione si fa riferimento ai documenti ancora non disponibili per la consultazione. Ma tra questi i visitatori potranno osservare alcune straordinarie testimonianze che integrano la mostra su precisa autorizzazione della Segreteria di Stato vaticana. “Ho quasi udito un sibilo e uno scoppio prolungato che mi ha dato l’impressione dell’esplosione contemporanea di più bombe”: è un passaggio della relazione di Luigi Turchetto, il gendarme pontificio in servizio la notte del 5 novembre del ’43, quando quattro bombe colpirono i giardini del Vaticano. Accanto ad essa, le due fotografie del bombardamento di San Lorenzo allegate a una lettera inviata dal Partito fascista a Pio XII e la commovente richiesta di aiuto rivolta alla Santa Sede di una donna che non ha più notizie di suo marito detenuto a via Tasso: è il generale Castaldi, una delle 335 vittime della strage delle Fosse Ardeatine.
Roma – Musei Capitolini dal 1 marzo fino a settembre 2012.

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