“Il principe del deserto”: moderno esempio di epica per l’oro nero. Recensione. Trailer

ROMA – Arabia, anni venti.  L’emiro  Nesib (Antonio Banderas) di Obeika, che ha vinto il sultano  Amar (Mark Strong) di Salmaah, stabilisce con lui un accordo che prevede il cessate il fuoco per un territorio del deserto chiamato “Striscia gialla”, e a garanzia di ciò chiede che il sultano gli consegni i suoi due figli maschi, Saleeh  e Auda (Tahar Rahim).

Il maggiore Saleeh, dedito all’esercizio fisico e sicuro di sè, il più giovane  Auda, amante dei libri e più timido, crescono curati e protetti con i figli di Nesib ad Obeika.  

Qualcosa però scuoterà la tranquillità delle loro  esistenze: Nesib  entra in affari con un petroliere texano, che ad Obeika ha trovato ingenti quantità di “oro nero”, soprattutto nella “Striscia gialla”.  L’accordo si dimostrerà redditizio per Nesib, che potrà arricchirsi come non avrebbe immaginato, e ammodernare   Obeika, mostrando così finalmente  all’Occidente che “gli arabi non sono sempre i camerieri al banchetto del mondo”.  Ma un accordo, una promessa, restano tali. Il denaro, per quanto possa valere, non ha lo stesso valore della parola data. Quindici anni prima fu stabilito che la Striscia gialla non andava toccata, e questa decisione deve essere rispettata secondo il parere di Amar che non è disposto a cedere di nuovo.  Per questa ragione uccide alcuni degli operai che lavorano nei cantieri dove viene estratto il petrolio ed è pronto alla guerra contro Nesib…

Il principe del deserto oltre a trattare un tema come quello dello sfruttamento del petrolio  da parte degli occidentali,  dell’arretratezza di alcune zone dell’Arabia, dello scontro fra tribù, riflette sul rapporto interrotto tra un padre e un figlio. Sulla differenza tra la generazione dei giovani e quella degli adulti, arabi in questo caso.

E’ un film che parla dell’iniziazione alla vita per Auda, con  una guerra da combattere e vincere da protagonista. Il suo sarà un cammino pieno di insidie. Un moderno esempio di epica, ambientata nella realtà.  

Nel complesso un bel film,  con un Banderas, Tahar Rahim e  Mark Strong, bravi, con la B maiuscola. Complimenti anche alla Pinto, che sta lavorando molto per raggiungere la maturità artistica.  Ottima regia, fotografia e scenografia. Un po’ debole la sceneggiatura  che doveva essere strutturata meglio, per non dare l’impressione di restare in superficie e fornire chiarimenti sulle scelte dei protagonisti.

Un film di Jan -Jacque Annaud
Con  Tahar Rahim, Antonio Banderas, Mark Strong, Freida Pinto, Riz Ahmed, Akin Gazi, Liya Kebede, Corey Johnson, Eriq Ebouaney, Jan Uddin, Driss Roukhe, Ziad Ghaoui
Titolo originale: Black gold
Anno: 2011 (Francia)
Casa di produzione: Eagle Pictures
Genere: drammatico
Durata: 130’
Colore

Il principe del deserto – Trailer ufficiale italiano

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe