ROMA – La religione può ostacolare l’amore? Se lo chiede la regista bosniaca Jasmila Žbanić nel suo secondo lungometraggio Il sentiero, presentato in concorso all’ultima edizione del Festival di Berlino.
I protagonisti sono una giovane coppia, Luna e Amar, lei hostess, lui controllore di volo, all’aeroporto di Sarajevo. Per aver bevuto sul posto di lavoro, Amar, alcolista, viene licenziato. I due sono anche in crisi perché, nonostante due anni di tentativi, Luna non riesce a rimanere incinta ed è costretta a ricorrere all’inseminazione artificiale. Grazie all’incontro con Bahrja, suo vecchio compagno ai tempi dell’esercito e fervente musulmano, Amar ottiene un lavoro come insegnante d’informatica che lo terrà lontano dalla sua ragazza per alcuni giorni: il nuovo posto di lavoro è infatti un campo wahhabita fuori città. Da quell’esperienza Amar tornerà trasformato in credente zelante e metterà in discussione le scelte e le abitudini della coppia e soprattutto di Luna: dal rifiuto dell’inseminazione artificiale all’astensione dai rapporti sessuali.
Con “Il sentiero”, Jasmila Žbanić s’interroga sul ruolo della religione in un Paese ancora costretto a leccarsi le ferite della guerra civile. Nel film il passato ha un ruolo determinante, riemergendo sia nella vita di Amar che in quella di Luna, la quale nel finale torna nella città natale di Bijeljina dove ha visto morire i genitori. Per Amar la religione diventa l’ultima spiaggia per porre fine ai suoi tormenti esistenziali e alla condizione irrisolta di ex soldato. Cerca di far coesistere il nuovo credo musulmano con l’amore per la sua Luna, ma invano. La ragazza non riesce a comprendere la metamorfosi del compagno e resta turbata dalle seconde nozze dell’amico di Amar, Bahrja, già sposato, con una minorenne.
Il film può essere letto come una lunga, unica soggettiva di Luna. Negli sguardi che lancia alle donne del campo wahhabita fasciate dal niqab, o nella reazione al rifiuto di stringerle la mano da parte di Bahrja, la regista veicola il suo punto di vista sulla religione e sulla condizione della donna. Inoltre Jasmila Žbanić ha raccontato di aver vissuto in prima persona un rifiuto del genere: «Una volta a casa di amici e mi sono sentita insultata: volevo capire perché la cosa mi facesse infuriare». Nel finale l’autrice si prende la rivincita: nella scelta definitiva di Luna riafferma la vittoria del caso e del libero arbitrio sul disegno divino, sbandierato da Amar.
Il sentiero
Regia e sceneggiatura di Jasmila Žbanić
Con Zrinka Cvitešic, Leon Lučev, Ermin Bravo, Mirjana Karanovic, Nina Violic,Sebastian Cavazza
Paese: Austria, Germania, Croazia, Bosnia-Erzegovina
Distribuito da Fandango, nelle sale dal 20 gennaio