MUBI. “Great freedom”, dramma profondo sul rifiuto della diversità

Nella Germania nazista un giovane omosessuale è rinchiuso in campo di concentramento. Dopo la liberazione, nella Repubblica Federale, l’omosessualità resta un reato, e il giovane entra in carcere, dove negli anni continua a pagare la sua condizione entrando e uscendo dalla cella di isolamento, subendo i rituali pestaggi e dove incontra un compagno di sventura con il quale intesse un tormentato rapporto intimo che in qualche misura gli è di consolazione, fino al giorno in cui torna libero. 

Girato con rigore da Sebastian Meise, che ha portato la macchina da presa, e con essa lo spettatore, dietro le sbarre di una galera realisticamente disumana ma con un barlume di umanità in fondo al tunnel della disperazione, il film ha rappresentato l’Austria agli Oscar, a Cannes ha vinto il premio della giuria nella apprezzata sezione Un certain regard e al festival di Torino ha procurato al protagonista, Franz Rogowski, il premio per il migliore attore. 

Quanto al pubblico in sala non è facile prevedere che lo accolga con grande entusiasmo, perché il film non concede nulla di lubrico, al contrario è un dramma intimo descritto con misura e profondo senso di rispetto per la natura dei sentimenti. A molti spettatori piacerà proprio per questo. 

In esclusiva su MUBI dal 27 gennaio

Great Freedom. Regia di Sebastian Meise. Un film con Franz RogowskiGeorg FriedrichAnton von LuckeThomas PrennJohannes Cramer.Genere Drammatico – Austria2021durata 116 minuti

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