ROMA – “L’albergo dei poveri” è uno dei titoli con cui è conosciuto il capolavoro di Maksim Gor’kij, scelto tra gli altri dal regista e interprete Massimo Popolizio in virtù della sua musicalità poetica, emblematica e storica.
La scena si svolge in un dormitorio dove abitano indigenti che pagano l’affitto a un proprietario: sono ladri, prostitute, operai, tra loro anche un attore senza fortuna, un barone decaduto. Il dormitorio appare simbolo di un degrado non solo economico, bensì spirituale, dal quali alcuni tentano di uscire, altri si rassegnano. L’infelicità accumuna gli abitanti, così come i litigi che scoppiano violenti anche tra sorelle.
Un giorno nel dormitorio appare il vagabondo Luka: un essere diverso che sembra avere compassione per gli inquilini e riesce a calmarli, a dare loro una speranza, spronandoli a lasciare l’albergo, a cercare una chance, una riconciliazione con il mondo. Luka sembra diventare una guida, un faro per gli altri. Saprà davvero cambiare la loro vita?
Quindici interpreti, in una scenografia di oggetti simbolo che muovendosi riescono a renderla cangiante e tumultuosa, uno spettacolo che riflette una povertà da bassofondo dell’anima, capace d’investire trasversalmente uomini di qualsiasi classe sociale. Sul palcoscenico arriva l’eco dei problemi odierni: la perdita del lavoro, l’emigrazione.
Lo spettacolo pone domande esistenziali: ciascuno paga per ciò che ha fatto, molti pagano più di quanto dovrebbero. Chi è colui che tiene il libro dei conti? Si evoca in maniera filosofica Dio, grandi interrogativi mai sanati pervadono l’intera messa in scena. Lo spettacolo diviene una riflessione sulla condizione umana, l’albergo dei poveri trasfigura nella nostra casa terra con gli orrori che sappiamo.
Colpisce l’inerzia nella quale si trascina l’uomo, inabile ad affrontare i propri problemi dal punto di vista etico, la sua incapacità di amare l’altro che si fa autodistruzione.
“L’albergo dei poveri” fu appresentato con titolo diverso per la prima volta a Mosca nel 1902, ribattezzato col nome odierno da Giorgio Strehler nel 1947, in occasione della memorabile regia che inaugurò il Piccolo Teatro di Milano. Oggi, grazie alla nuova scrittura drammatica di Emanuele Trevi, alla potente regia di Massimo Popolizio coadiuvato da un ottimo cast, il capolavoro di Gor’kij risuona attuale. Pensando ai conflitti in corso nel pianeta punta l’indice sulla tragica umana povertà di spirito.
ROMA – Teatro Argentina 9 febbraio 3 marzo 2024
L’albergo dei poveri
uno spettacolo di Massimo Popolizio
tratto dall’opera di Maksim Gor’kij
drammaturgia Emanuele Trevi
con Massimo Popolizio e con (in ordine alfabetico) Giovanni Battaglia, Gabriele Brunelli, Luca Carbone, Martin Chishimba, Giampiero Cicciò, Carolina Ellero, Raffaele Esposito, Diamara Ferrero, Francesco Giordano, Marco Mavaracchio, Michele Nani, Aldo Ottobrino, Silvia Pietta, Sandra Toffolatti, Zoe Zolferino
Produzione Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano- Teatro d’Europa
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
foto di Claudia Pajewski
info e orari
prima, martedì, giovedì e venerdì ore 20.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì 15 febbraio e domenica ore 17.00
lunedì riposo
Personaggi e interpreti
KOSTYLEV, proprietario del dormitorio Francesco Giordano
VASILISA, moglie di Kostylev Sandra Toffolatti
NATASA, sorella di Vasilisa Diamara Ferrero
MEDVEDEV, poliziotto Marco Mavaracchio
PEPEL Raffaele Esposito
KLESC, fabbro Michele Nani
ANNA, moglie di Klesc Zoe Zolferino
NASTJA, ragazza Carolina Ellero
KVASNJA, ex prostituta Silvia Pietta
BUBNOV, cappellaio Giampiero Cicciò
BARONE Giovanni Battaglia
SATIN Aldo Ottobrino
ATTORE Luca Carbone
LUKA, pellegrino Massimo Popolizio
ALESKA, giovane, suona l’organetto Gabriele Brunelli
IL PRINCIPE Martin Chishimba