Euro Balkan Film festival 2025. Inaugura lo scrittore Tahar Ben Jelloun 

ROMA – Tahar Ben Jelloun – nato a Fès, in Marocco, nel 1944; dal 1971 vive a Parigi – autore di romanzi, racconti, poesie e drammi, ha ricevuto il premio Goncourt nel 1987 per La notte sacra, è a Roma come presidente di giuria dell’Euro Balkan Film Festival.

La giornata inaugurale alla Casa del Cinema è stata segnata da un suo intervento toccante e profondo, che ha conquistato la platea raccontando come il cinema abbia forgiato la sua formazione di scrittore: “Quando mi chiedono quali sono gli scrittori che mi hanno influenzato, rispondo sempre che sono quei cineasti che mi hanno insegnato a scrivere, immaginare, narrare una storia: Dino Risi, Ettore Scola, Fritz Lang, John Ford, Michael Mann, Ingmar Bergman e Fellini, che in giro per il mondo è più conosciuto dell’Italia…”

Lo scrittore ha poi evocato i due cinema di Tangeri della sua giovinezza, appartenenti al signor Cohen, un ebreo marocchino: “Quando ero giovane vivevo a Tangeri e all’epoca c’erano solo due cinema, uno di fronte all’altro, e ogni giorno potevamo vedere due film. Proprio qui è nato il mio amore per il cinema: a 14 anni ho visto Ladri di biciclette, pensate come mi sono sentito.” Con un aneddoto memorabile, Ben Jelloun ha raccontato come durante le proteste del 1956 in solidarietà con il popolo palestinese, davanti a quei cinema, il signor Cohen avesse risolto la situazione urlando “OGGI È GRATUITO”: “E così la solidarietà è andata in fumo e siamo tutti entrati al cinema.”

Rivolgendosi al festival, lo scrittore ha dichiarato: “Vorrei ringraziare per avermi invitato a questo festival unico, speciale e molto originale. I film balcanici sono poco conosciuti e sono bellissimi, ne ho visti alcuni prima di partire per Roma e sono tutti stupendi. Sarà nell’eternità che la settima arte ha trovato la sua culla, la sua casa benedetta, la sua prateria colorata di tutti i fiori.”

Parlando de Il silenzio degli dei, primo film in concorso della serata, Ben Jelloun ha confessato: “Ero sicuro che fosse un documentario da quanto sono belle le immagini, con un silenzio parlante, e poi dopo circa un’ora ho capito che era un film di finzione.”

Ha poi concluso con un aneddoto sull’assenza di Dio: “Ci sono due ebrei seduti a un tavolo di un bar che parlano della Shoah e a un certo punto appare Dio che chiede: ‘di che parlate?’ e loro: ‘parliamo di qualcosa in cui non c’eri’.”

La giornata era iniziata al mattino con il workshop internazionale curato da Maurizio Sciarra sulla centralità dell’autore nell’era delle piattaforme, con la partecipazione di FERA, 100 Autori, ANAC e rappresentanti dei centri cinematografici balcanici. La serata è proseguita con l’omaggio in memoria del grande regista albanese Dhimitër Anagnosti e si è conclusa con Waterdrop di Robert Budina.

Il weekend del Festival prende il via nel pomeriggio con la proiezione del film in concorso Arcadia di Yorgos Zois, un viaggio sensoriale che affronta i temi del lutto e dell’accettazione.
In serata è in programma il secondo slot di cortometraggi firmati da giovani talenti, già pluripremiati e selezionati nei festival di tutto il mondo: I’m Glad You’re Dead Now, Workers’ Wings, Eraserhead in a Knitted Shopping Bag, Unspoken, Strangers in the Night e Greek Apricots.

A chiudere la giornata sarà l’attesa proiezione di Mother di Teona Strugar Mitevska, film d’apertura della sezione Orizzonti alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia, che racconta un momento di svolta nella vita della futura Madre Teresa di Calcutta.

Alle 17:00, al Nuovo Cinema Aquila, Arcadia di Yorgos Zois (Grecia, Bulgaria, USA, 99’, 2024) invita lo spettatore in un viaggio sensoriale e metafisico seguendo la storia di due medici che, arrivati in un resort costiero per identificare la vittima di un incidente stradale, si accorgono presto di un mistero latente. Tra incontri inaspettati e rivelazioni intime, il film esplora il confine tra amore, perdita e accettazione. Secondo film del regista greco, marca la collaborazione con l’attrice Angeliki Papoulia, apprezzatissima protagonista di film come Doogtooth, Alps e The Lobster di Yorgos Lanthimos.

Presentato alla Berlinale 2024, il film ha vinto numerosi premi tra cui il premio per la migliore interpretazione maschile all’Honk Kong IFF e il premio per la miglior regia al Sarajevo Film Festival.

Alla fine della proiezione, la sceneggiatrice Caterina Taricano intervista il regista Yorgos Zois.

Alle 19:15continua il concorso dei cortometraggi con il secondo slot:

·         I’m Glad You’re Dead Now regia di Tawfeek Barhom (Palestina-Francia-Grecia, 13’, 2025, Fiction)

Vincitore della Palma d’Oro per il Miglior Corto a Cannes, racconta la storia di due fratelli tornano sull’isola della loro infanzia, dove segreti sepolti e forti tensioni li costringono ad affrontare un oscuro passato che li unisce.

·         Workers’ Wings regia di Ilir Hasanaj (Kosovo, 19’, 2024, Documentario sperimentale)
Ritratti di tre uomini kosovari feriti sul lavoro: le loro voci e i loro corpi raccontano vite segnate dall’oblio sociale e istituzionale in un incastro di immagini atipico e sperimentale. Vincitore del Tiger Short Award a Rotterdam e Grand Prix a Ljubljana.

·         Eraserhead in a Knitted Shopping Bag regia di Lili Koss (Bulgaria, 19’, 2025)

Nella lenta estate balcanica di fine anni ’90, la dodicenne Ro parte alla ricerca di una copia pirata di Eraserhead di David Lynch. Tra amicizie incrinate, sigarette rubate e giochi di potere in VHS, l’infanzia scivola silenziosamente altrove, mentre il cinema resta l’unica via di fuga.

·         Unspoken regia di Damian Walshe-Howling (Australia, 21’, 2023)

1979. A Sydney esplodono proteste per l’indipendenza croata. Marina, cresciuta in un contesto conservatore, affronta le conseguenze devastanti di una relazione segreta. Il corto ha vinto il Grand Prix a Clermont-Ferrand ed è in corsa per l’Oscar.

·         Strangers in the Night regia di Vangelis Chatzopoulos (Islanda–Albania, 18’, 2025, fiction)

Durante una nevosa vigilia di Natale a Reykjavik, un rocker solitario e ormai invecchiato incontra una misteriosa giovane donna che custodisce la chiave di un capitolo nascosto del suo passato. L’incontro lo costringe a confrontarsi con verità sepolte sulla famiglia, sulla libertà e sul prezzo non raccontato dei suoi sogni rock-and-roll.

·         Greek Apricots regia di Jan Krevatin (Slovenia–Croazia, 19’, 2024, Fiction)

Mak lavora di notte in una stazione di servizio. L’incontro con Nada, una camionista con cui condivide origini macedoni, apre uno spazio d’intimità e sollievo nella loro solitudine.

In chiusura, alle 21:30Mother di Teona Strugar Mitevska ricostruisce il momento di svolta per Teresa, madre superiora del convento delle suore di Loreto quando, nella Calcutta del 1948, attende con ansia la lettera che le permetterà finalmente di lasciare il monastero e creare un nuovo ordine in risposta alla chiamata ricevuta da Dio. E proprio quando tutto sembra pronto si ritrova di fronte a un dilemma che ne mette alla prova la fede e le ambizioni.

La sceneggiatrice Elma Tataragić e il critico Enrico Magrelli intervengono sul film.

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