La Terra dei Santi. Le madri della ‘ndrangheta. Recensione. Trailer

ROMA – Donne di ‘ndrangheta, mogli, ma prima di tutto madri. “La terra dei santi” utilizza i loro occhi per guardare dentro al cuore più oscuro della Calabria perché, forse, solo le donne possono sconfiggere la mafia.

Opera prima del calabrese doc Fernando Muraca, il film arriva nelle sale il 23 marzo. Tratto dal libro di Monica Zappelli Il cielo a metà, co-sceneggiatrice insieme a Muraca, “La terra dei santi” racconta come l’omertà delle donne affiliate venga meno di fronte a provvedimenti legali che tolgono loro l’affidamento dei figli. La storia trae spunto da un provvedimento realmente emesso dal tribunale dei minori nel 2008. “Togliamo i figli agli alcolizzati, agli indigenti, ai tossici, perché non agli ‘ndranghetisti?” si chiede Vittoria (Valeria Solarino), magistrato a Lamezia Terme. Gli affiliati vivono in un mondo parallelo, con leggi proprie, dove elementi criminali e pseudo religiosi si intrecciano secondo una logica perlopiù incomprensibile a chi non è “della famiglia”. Se gli uomini rinunciano al loro libero arbitrio nel momento del giuramento, è possibile pensare che le donne siano pronte a dialogare, pur senza convertirsi, per salvare un figlio destinato altrimenti alla galera o alla morte? “Non abbiamo rotto il muro, ma stiamo entrando nella piaga” dice Vittoria.

Il magistrato, che dal Nord si è trasferita in Calabria con l’intento di sconfiggere la’ndrangheta, è una delle tre donne protagoniste del film. La sua strada si incrocerà con quella di Assunta (Antonia Daniela Marra), alla quale hanno ucciso il marito e che si trova costretta, sempre per le regole arcaiche della malavita, a sposare il cognato Nando (Francesco Colella). La aiuta ad accettare le nozze sua sorella Caterina (Lorenza Indovina) che controlla gli affari di famiglia, mentre suo marito, il boss Alfredo Raso (Tommaso Ragno), è latitante. Fare la volontà di Alfredo e, in fondo, anche della sorella, è l’unico modo che Assunta ha per proteggere, come farebbe qualsiasi madre, i suoi due figli: il piccolo Franceschino e l’adolescente Giuseppe già pronto per l’iniziazione. A spezzare questa struttura malavitosa arcaica prova però Vittoria che scopre di poter applicare un’ordinanza che toglie alle mamme mafiose l’affidamento dei propri figli, la patria potestà. E qualcosa, grazie a questa legge, comincia a muoversi.

Quello che colpisce nella Terra dei Santi, è l’assenza di giudizi morali. È un film che istruisce senza pretendere di spiegare. Il regista si limita ad aprire una finestra sul mondo della ‘ndrangheta.  Non vuole dare risposte su una realtà, quella mafiosa, molto più variegata di quanto possiamo immaginare. Cerca però di sfatare alcuni stereotipi, partendo proprio dalle protagoniste che, come sottolinea Lorenza Indovina, “non sono le mogli dei mafiosi vestite di nero con il velo in testa”, ma donne che amano lo shopping e i bei vestiti e che “si scialano” nei centri benessere. Sono madri mancate, come nel caso di Vittoria che dedica tutta se stessa al lavoro (la sua vita privata è totalmente assente dallo schermo). Sono sorelle, come Assunta che rifiuta l’idea di lasciare la città dove c’è tutto quello che ha ossia il suo cognome e Caterina. Sono tutte molto sole. L’interpretazione è intensa, soprattutto quella delle protagoniste che si muovono in un universo di uomini che appaiono governati da istinti elementari: il sesso, i soldi, l’onore.

La terra dei santi è una prima volta per molti. Esordiscono con quest’opera Muraca alla regia cinematografica, Kisesis Film alla produzione con il sostegno di Rai Cinema e la neonata e indipendente Asap Cinema Network per la distribuzione nelle sale. Con un coraggioso approccio (chiamare sala per sala per convincere i direttori della programmazione ad accettare il film), la Asap è riuscita ad accordarsi con venti esercenti. In Calabria solo due hanno accettato di distribuire il film. “Io – ha dichiarato Fernando Muraca alla presentazione stampa del film a Roma – sono nato a Lamezia Terme e conosco molto bene il fenomeno della’ndrangheta con cui ho dovuto convivere mio malgrado fin da piccolo”. Questo film vuole essere un augurio: “Se l’Impero Romano è caduto, anche la ‘ndrangheta può cadere. Basta sostenere i processi culturali”

Il titolo è allo stesso tempo una speranza e una sfida. Per i greci-ortodossi la Calabria era “la terra dei santi”, perché piena di monasteri e pervasa dal senso religioso. “È un augurio perché si possa tornare alle origini”: ha affermato Muraca. “Questo film non è stato voluto dalla Calabria, non ci hanno affatto aiutato. Così lo abbiamo girato in Puglia dove invece la Film Commission l’ha davvero sostenuto”.

La Terra dei Santi

  • Regia: Fernando Muraca
  • Sceneggiatura: Monica Zappelli e Fernando Muraca
  • Con: Valeria Solarino, Lorenza Indovina, Antonia Daniela Marra, Ninni Bruschetta, Francesco Colella, Marco Aiello, Piero Calabrese, Tommaso Ragno
  • Distributori: Asap Cinema Network
  • Prodotto da Marianna de Liso per Kinesis Film in collaborazione con RAI Cinema
  • Genere Drammatico
  • Durata 81 minuti
  • Data di uscita 26 marzo 2015

La terra dei  Santi – Trailer

 

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