Teatro dell’Orologio. “Un anno sull’altipiano”: scioccanti sfumature della guerra. Recensione

ROMA – Leredità tragica e complessa della Prima Guerra Mondiale è fatta di monumenti, di libri di storia e di episodi da cui non si finisce mai di trarre lezioni per il presente.

Ma se c’è una cosa che emerge con forza dalle commemorazioni per il centenario del conflitto, è quanto lintera vicenda sia composta soprattutto dalla somma di piccole e grandi storie di uomini, diversissime eppure accomunate dal dramma della guerra. Tra le pagine più ricche che siano state scritte su queste sfumature, figura senza dubbio Un anno sullaltipiano di Emilio Lussu. Un memoriale fatto di ricordi crudi e intensi, attraverso i quali viene raccontata la vita dei soldati della Brigata Sassari, che tra il giugno del 1916 e il luglio del 1917 combatterono contro le truppe austro-ungariche e bosniache sullaltipiano di Asiago. 

Ed è proprio con questo testo che lattore e doppiatore Daniele Monachella ha scelto di misurarsi, nello spettacolo omonimo che sarà in programma al Teatro dellOrologio fino al 29 marzo 2015. Con lui, sul palco, anche letnomusicologo Andrea Congia (chitarra classica ed effetti) e Andrea Pisu (launeddas e percussioni). La rappresentazione, che si inserisce nella cornice del programma di Governo per il centenario della Prima Guerra Mondiale, si sviluppa quindi attraverso un vero e proprio dialogo tra le parole di Lussu e una musica fatta di suggestioni etniche e sonorità elettroniche. Due linguaggi che si integrano e si rafforzano a vicenda, per dare vita a un percorso emozionale, a tratti scioccante. Si parte dalla quotidianità delle truppe, fatta di ozio e di sopportazione, di sangue e di cognac, per passare poi alle battaglie spesso insensate, e agli assalti alle trincee che si risolvevano in massacri. Viene mostrata linettitudine dei comandi, contrapposta al desiderio di libertà e di giustizia che rimaneva saldo nei soldati, anche e soprattutto di fronte agli orrori di quel momento storico. E viene infine raccontata anche lunità dei dimoniosdella Brigata Sassari: perché Un anno sullaltipiano non è soltanto uno dei primi atti di denuncia, nella letteratura italiana, dellirrazionalità della guerra. È anche un profondo omaggio al popolo sardo, che nelle trincee seppe restare unito nonostante le innumerevoli differenze, e che pagò con coraggio il prezzo del conflitto. Alle parole di Lussu, forti proprio perché scritte da chi aveva vissuto quei momenti in prima persona, si aggiungono sul palcoscenico i suoni evocativi delle launeddas, e gli interventi elettronici di una chitarra che crea atmosfere dolci o inquietanti, prima di esplodere in un fragore che si ricollega a quello spaventoso delle battaglie. Un esempio emblematico è la descrizione di uno degli assalti, dove la prosa si lega alla musica in un crescendo sempre più intenso. Basta allora una scenografia semplice, fatta giusto di luci, per trasportare lo spettatore dentro alla concitazione delle battaglie o nelle sfaccettature della vita dei soldati. Pezzi di una storia che vale la pena ricordare, e che sono in grado, come dimostra questo spettacolo, di metterci di fronte non solo al dramma della morte, ma anche alle innumerevoli sfumature della vita. 

Un anno sull’altipiano

Con:

Daniele Monachella – voce recitante

Andrea Congia – chitarra classica/ effetti

Andrea Pisu – launeddas/percussioni

L’iniziativa rientra nel programma di Governo per il Centenario della Prima Guerra Mondiale curato dalle struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale.

TEATRO DELL’OROLOGIO 

Sala Moretti

Via dei Filippini 17/a – Roma (RM)

Orario spettacoli:

27 e 28 marzo: ore 20

29 marzo: ore 16

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