Mostre. Arabesque, la spontaneità Henri Matisse

ROMA – Le Scuderie del Quirinale ospitano in questi giorni e fino al 21 giugno una mostra che è occasione per conoscere un maestro della pittura, Henri Matisse. La raccolta evidenzia come l’arte orientale con i suoi artifici, il fascino di arabeschi e colori abbia influenzato il suo lavoro.

Henri Matisse studiò all’École des Beaux Arts di Parigi dove si iscrisse nel 1985 e dove insegnavano molti Orientalisti, interesse che sviluppò nei viaggi in Marocco, Algeria, Russia e nelle visite a mostre ed esposizioni. Fu proprio durante un’ ‘Esposizione di arte maomettana’ di Monaco di Baviera nel 1910 che nacque la sua ispirazione per un genere decorativo distante dalla cultura occidentale: l’arabesco, sul quale al Quirinale si accende oggi un riflettore. 

Circa cento opere provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui il Puskin di Mosca e l’Hermitage di San Pietroburgo, sono sottolineate da raggi di luce che illuminano con sapienza i quadri: la Palma del 1912, ad esempio, che arriva dalla collezione del National Gallery of Art di Whashington,  sprigiona un chiarore angelicato grazie a un faretto che la colpisce al cuore. Tra i dipinti si possono ammirare, tra gli altri,  capolavori come Ragazza con copricapo persiano, Zorah sulla terrazza, Marocchino in verde, Paravento moresco, Ritratto di Yvonne Landsberg e Fruttiera ed edera in fiore

Il percorso espositivo di “Matisse Arabesque” si sviluppa attraverso nove sale. Nella prima, ci si trova subito di fronte a Gigli, Iris e Mimose del 1913, ispirata ai colori dalla ceramica ottomana e nord-africana del XVmo e XVImo secolo. Nelle seguenti, si incontrano tutte le influenze orientali, con le decorazioni, i tessuti arabescati del nord Africa sui quali sono distese le famose odalische raffigurate dall’artista. Il tratto del pittore è essenziale, minimalista, a volte quasi infantile: spontaneità difficile a farsi. La passione di Matisse per i tessuti – lui li collezionava  da tutto il mondo – è testimoniata dall’esposizione dei costumi di scena realizzati per un balletto del coreografo Léonide Massine.

Matisse è uno dei più noti artisti del ventesimo secolo. Nato il 31 dicembre 1869 a Le Cateau-Cambrésis (Nord-Pas-de-Calais), crebbe a Bohain-en-Vermandois, nella Francia Nord-orientale, dove i suoi genitori gestivano un commercio di sementi. Era il primogenito. Nel 1887 si trasferì a Parigi per studiare legge, lavorando come impiegato statale. Cominciò a dipingere nel 1889.  Durante la convalescenza causata da un attacco di appendicite, scoprì “una sorta di Paradiso” dopo la malattia, come disse in seguito.  Lì decise di diventare un artista, con grande disapprovazione del padre.  Ormai pittore, a Parigi nel 1904 Matisse incontrò Pablo Picasso, di 12 anni più giovane. 

Vecchio e famoso,  Matisse si trasferì aCimiez, un sobborgo diNizza, in Costa Azzura. La mostra offre un filmato sulla vita più intima: l’ atelier di Matisse ordinato e chiaro come, probabilmente, la sua anima. In un’intervista il pittore spiega come nulla porti  alla realizzazione se non la perseveranza nel lavoro. Nel documentario un accenno trionfalistico che attribuisce a Matisse il potere di aver cambiato il mondo,  conclude la visita tra esclamazioni e sorrisi divertiti.

MATISSE ARABESQUE – Scuderie del Quirinale – Roma

fino al 21 giugno 2015

10.00 – 20.00 da domenica a giovedì 
10.00 – 22.30 venerdì e sabato 

Biglietti

Intero 12 euro

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