Calcata film festival. Mariotti: “Al cinema serve coraggio per riempire le sale”

CALCATA (VITERBO) «Un successo e una speranza per il cinema che ha bisogno di coraggio e investimenti per tornare a riempire le sale».

Con queste parole il direttore artistico Franco Mariotti ha salutato gli spettatori del Calcata Film Festival terminato ufficialmente con la chiusura delle mostre nel borgo di Calcata. La manifestazione, giunta alla sua terza edizione, in due settimane, oltre a raccontare e mostrare il cinema del passato e del presente e tentare di immaginare quello del futuro, ha cercato quest’anno di omaggiare la bellezza del territorio che da tre anni ospita il festival e di favorire il dialogo interculturale.

Obiettivi raggiunti nelle giornate del festival con una selezione delle molte pellicole girate nel territorio dei comuni di Calcata, Mazzano Romano, del Parco Regionale della Valle del Treja e Faleria, con mostre e lezioni di cinema e affrontando il tema dell’immigrazione con una serie di lungometraggi e cortometraggi di autori italiani e migranti. Come i lavori di Gaston Biwolé e Kassim Yassin Saleh che hanno chiuso la rassegna “Il cinema dell’immigrazione” con due cortometraggi: “A special day” (Biwolé-Saleh) e “Idris” (Saleh). I due cortometraggi hanno preceduto la visione del road-movie in salsa tunisino-pugliese “Taranta on the road” di Salvatore Allocca che con i ritmi del Salento e ironia racconta il tentativo di trovare un posto al mondo di due ragazzi tunisini usando la leggerezza senza rinunciare a introdurre elementi drammatici della realtà di chi fugge in Europa.

«È particolarmente significativo e sono felice che la rassegna si concluda con il lavoro di Gaston Biwolé, cristiano, e Kassim Yassin Saleh, musulmano» ha commentato la direttrice organizzativa del festival Rossella Piergentili presentando al pubblico i due registi presenti alla proiezione con Paolo Ravalli, direttore della fotografia di “A special day”, Luciana Potito, costumista di entrambe i corti e Omar Camiletti, portavoce della Grande Moschea di Roma – «Gaston e Kassim, con la loro collaborazione e il loro cinema, sintetizzano quel messaggio di umanità, rispetto e dialogo che abbiamo trovato in tutte le opere presentate nelle giornate della rassegna». Il risultato artistico di questa collaborazione tra il regista Biwolé, originario del Gabon che vive e lavora in Italia da tempo, e Kassim Yassin Saleh, originario di Gibuti, è “A special day”, un corto in bianco e nero di ispirazione neorealista e una fotografia molto curata, girato tra Trastevere e Ponte Sisto in soli cinque giorni, che si è guadagnato lo “Short Corner” del Festival di Cannes
del 2016.

Dal bianco e nero della coppia Biwolè-Saleh, ai colori sgargianti di “Idris” che Kassim Yassin Saleh gira partendo da un suo soggetto e affidando la sceneggiatura a Heidrun Schleef, Alessia Gallo e Adriano Chiarelli. Il risultato è un cortometraggio esteticamente molto convincente e una storia di bambini dal passato difficile che si ritrovano a ferragosto in una piscina comunale raccontata con delicatezza e sostenuta anche da un’ottima colonna sonora originale.
In questi ultimi tre giorni di rassegna abbiamo potuto inoltre vedere “Ambaradan” di Paolo Negro e Amir Nour che per questo cortometraggio hanno scelto di trattare l’argomento delle seconde generazioni, figli di migranti nati e cresciuti in Italia, da un punto di vista decisamente originale e girano la storia di un giovane ragazzo di origine africana
adottato da una famiglia romana che per desiderio di uniformarsi si trasforma in un estremista di destra razzista. Racconto credibile, nonostante il paradosso, ben interpretato e ben girato che fa sperare in un prossimo lungometraggio. E stimolati da una domanda del pubblico, il regista Paolo Negro con il protagonista Germano Gentile, l’attore e sceneggiatore Mauro Cataleta e Andrea Ottavi, presenti alla proiezione, hanno ammesso rientrare tra i loro progetti: «Non sarà il seguito di questa storia, ma lavoreremo ancora intorno al tema dell’identità. Quello che è sicuro è che cercheremo di dare anche questa volta un taglio non scontato».

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