Festival Villa Medici. “La bocca del lupo”, due irregolari e il loro amore salvifico

ROMA – “La bocca del Lupo” conferma le scelte di qualità del festival di Villa Medici. Lungometraggio diretto da Pietro Marcello è liberamente ispirato al romanzo omonimo di Remigio Zena, ha ottenuto il premio come miglior documentario ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, ed è vincitore altresì del Torino Film Festival nel 2009.

“La bocca del lupo” – simbolicamente quella in cui finiscono gli individui deboli, disagiati o diversi – è un film verità, un racconto-documento, nel quale due autentici irregolari narrano se stessi, il mondo degli emarginati in cui vivono, le avversità di cui hanno sofferto, il loro amore salvifico. Stile ibrido, che non ha confini tra fiction e realtà, non c’è nel film distanza tra cinema a soggetto e documentario, grazie a una regia che accosta vivi momenti di narrazione, interviste, lettere.

Ambientato a Genova, oltre alle parole toccanti e ai volti dei due personaggi reali, l’opera è ricca di scene d’archivio bellissime: un affresco della città che si stringe sui vicoli, i bar, le vecchie case, di eri e di oggi, mettendo in primo piano la storia di Enzo, emigrato siciliano finito in carcere per una serie di vicissitudini, dove ha conosciuto il transessuale Mary, a cui lo lega un amore di vent’anni. 

Mery è una ex eroinomane e questa relazione è stata la sua salvezza dalla dipendenza. Enzo si è fatto quattordici anni di prigione e Mary lo ha aspettato. Oggi il loro sogno è vivere in una casetta con l’orto, il camino, insieme alla compagnia affettuosa dei cani. Una vita che mandare avanti, date le difficoltà del sostentamento, è difficile.

Un film malinconico, nonostante il lieto fine. Narra la poesia degli ultimi, la loro vita attraverso la loro stessa voce, ci fa vedere un mondo a molti ignoto, rendendolo più vicino, umano, simile a noi, secondo la migliore tradizione del cinema d’impegno civile. Nel Grand Salon di Villa Medici gli applausi sono stati fragorosi.

Prodotto dalla Indigo film di Nicola Giuliano e Francesca Cima, da L’Avventurosa di Dario Zonta e dai gesuiti della Fondazione San Marcellino. Un film di Pietro Marcello con Vincenzo Motta, Mary Monaco, Franco Leo. Genere drammatico durata 76 minuti. Produzione Italia 2009. 

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