Raphael Gualazzi, talento puro

Nel 2013 esce “Happy mistake, l’album della definitiva consacrazione italiana

“Il pianoforte è lo strumento dall’approccio più immediato quando sei bambino: basta appoggiare le dita sulla tastiera e si produce un suono. Poi con gli anni si scopre che è uno strumento ben più articolato e che ha un’orchestra dentro di sé. Ritengo che il jazz soprattutto nelle sue forme originarie rappresenti l’assimilazione della cultura europea dentro quello che era il costume e la situazione ritmico-musicale afroamericana” (Raphael Gualazzi)

Una meteora italiana

E’ una delle realtà musicali più convincenti ed originali del panorama italiano degli ultimi anni. Rhapael Gualazzi, insieme al più tradizionale Mario Biondi, è uno dei musicisti e cantanti più eclettici e innovatici che ha sfruttato al meglio la grande vetrina del Festival di Sanremo.

Nato a Urbino nel 1981, è figlio d’arte: il padre Velio insieme ad Ivan Graziani formò tra il 1967 e il 1972 il gruppo  “Anonima Sound”. Il giovane Raphael studia pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro. Oltre all’amore per i compositori classici si avvicina al jazz e al blues. Il suo stile pianistico è influenzato da Thelonius Monk, Art Tatum e Dave Brubek. Il suo debutto discografico avviene nel 2005 con l’album “Love outside the window” scritto, prodotto e arrangiato dal giovane pianista di Urbino. Il disco ottiene l’attenzione della critica ed una prima significativa presenza sulla stampa specializzata. Nel 2009 avviene l’importante incontro con Caterina Caselli e Raphael Gualazzi firma un contratto per la casa discografica Sugar. I suoi concerti al Blue Note, celebre locale jazz di Milano, lo fanno conoscere ad un pubblico sempre più vasto che apprezza il suo grande talento pianistico e le sue doti canore. Nel 2011 ottiene un grande successo al Festival di Sanremo con il brano “Follia d’amore”. Il pianista vince il premio nella categoria Giovani. Sempre nello stesso anno pubblica il suo secondo album “Reality and fantasy”. Anche la sua seconda partecipazione all’edizione del 2014 del Festival di Sanremo ottiene grandi riconoscimenti dal pubblico e dalla critica. Con il terzo album “Happy mistake”, arriva anche la definitiva consacrazione a livello di vendite con la conquista del primo disco d’oro.

“Happy Mistake”, arriva il successo

Dopo la prima partecipazione al festival di Sanremo del 2013, la stampa specializzata si ‘accorge’ di questo giovane talento del jazz e del blues che unisce mirabilmente una grande tecnica pianistica a delle doti vocali non indifferenti. La sua musica è assolutamente originale ed unica nel panorama italiano. Il sound di Gualazzi nasce dalla fusione della tecnica ragtime dei primi anni del Novecento con la liricità del blues, del soul e del jazz nella sua forma più tradizionale. Le sonorità tipiche del pre-jazz e dello stride piano di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Williams, e il blues di Ray Charles e Roosevelt Sykes vengono attualizzate da Raphael Gualazzi con uno stile personalissimo dove la tradizione convive con le influenze più innovative di artisti eclettici come Jamiroquai e Ben Harper.

Al suo terzo album Raphael Gualazzi dimostra un’impressionante maturità artistica, una padronanza assoluta di vari linguaggi musicali e un pianismo frizzante e virtuoso. I tredici brani contenuti nel disco sono registrati tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 con una vera e propria super band composta da Felice Del Gaudio al contrabbasso e basso elettrico, Christian Marini alla batteria, Luca Florian alle percussioni, Pete Glenister e Giuseppe Conte alle chitarre, Fabrizio Bosso alla tromba, David Brutti e Matteo Villa al sax contralto, David Bartelucci al sax tenore, Massimo Valentini al sax baritono e James Reynold all’armonica.

Gualazzi canta in inglese e in italiano in una serie di brani swing, blues, ragtime e jazz in cui emerge la grande creatività e l’entusiasmo di un vero e proprio talento italiano. “Happy Mistake”, pubblicato nel febbraio del 2013 è stato anche baciato dal successo di vendite arrivando al quinto posto delle classifiche italiane e aggiudicandosi il primo disco d’oro. 

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