Pino Daniele. “Non mi voglio impegnare, canto Napoli e basta”

Nel 1977 usciva il primo album del chitarrista, musicista e compositore scomparso il 3 gennaio del 2015

“Napule è mille culure

Napule è mille paure

Napule è a voce de’ criature 

Che saglie chianu chianu

E tu sai ca’ nun si sulo

Napule è nu sole amaro

Napule è addore e’ mare

Napule è na’ carta sporca 

E nisciuno se ne importa 

E ognuno aspetta a’ sciorta”

di alessandro Ceccarelli

 Il 1977 in Europa e in Italia

Esattamente quarant’anni fa avvenne il sorprendente debutto di un giovane cantautore napoletano di appena 22 anni. Pino Daniele, chitarrista di talento, eccellente compositore e raffinato arrangiatore pubblicava il suo primo album in un periodo in cui in Europa esplodeva con rabbia e furore il punk e con meno aggressività la new wave. In Italia, nel bel mezzo degli anni di piombo era il momento d’oro dei cantautori come Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Claudio Lolli più il già ‘classico’ Fabrizio De Andrè. Nei loro concerti il pugno chiuso era quasi un ‘obbligo’. In questo contesto Pino Daniele, proponeva solamente la sua musica e le sue storie che mettevano a fuoco la dura realtà e le contraddizioni della città di Napoli. A livello musicale anche se “Terra mia” è un disco in parte acerbo, già si possono notare le innovazioni che sarebbero divenute più evidenti e mature negli album successivi. Innanzitutto la sorprendente fusione tra la tradizione della canzone popolare napoletana, il blues, il folk e il jazz. Poi la presenza del brano manifesto del giovane compositore, “Napule è” che diventerà un classico, una canzone struggente, melanconica con un testo straordinariamente vero e intenso. Napoli è stata sempre un’immensa fucina di vari generi musicali che si sono sempre fusi e uniti con grande eleganza. Dalle canzoni d’amori, ai ritmi tribali mediterranei sino ai suoni etnici arabi. A queste antiche influenze  si sono aggiunti nel dopoguerra il rock’n’roll, il blues e il jazz con la presenza massiccia dei militari americani nella base navale di Bagnoli.

Tornando a “Terra mia”, elemento non indifferente per il sound di questo disco fu la scelta dei musicisti. Pino Daniele mise insieme una band di eccellenti musicisti come il talentuoso bassista Rino Zurzolo, il maestro del sax Enzo Avitabile, l’ottimo pianista Ernesto Vitolo, e i batteristi Rosario Jermano e Roberto Spizzichino. Quando il disco fu pubblicato fu lodato dalla critica e non passò inosservato, soprattutto Renzo Arbore si accorse di questo indiscutibile giovane talento. L’anno seguente con l’album “Pino Daniele”, il sogno divenne realtà. Ma questa è un’altra storia.

Pino Daniele e la sua terra

Nato nel popolare quartiere Porto di Napoli, Pino Daniele era il primogenito di sei figli di un modesto lavoratore portuale. Secondo quanto raccontato in seguito da un amico d’infanzia, le condizioni economiche della famiglia erano così problematiche che da bambino non riuscì neppure a comperarsi l’annuale foto scolastica. Dopo i primi anni trascorsi nel basso dov’era nato, il piccolo Daniele andò ad abitare in Piazza Santa Maria La Nova a casa di due zie acquisite, Lia e Bianca, che gli poterono offrire una sistemazione decorosa. Frequentò le scuole elementari presso l’istituto Oberdan, dove ebbe come compagno di classe Enzo Gragnaniello. Qui Daniele si distinse rispetto agli altri bambini per la costante attenzione all’ordine e alla cura di sé. Profondamente appassionato alla musica fin da piccolo, si esibì per la prima volta a dodici anni in una festa di bambini, incappando in una stecca vocale. Questo episodio rivelò al giovane Daniele il significato autentico di cosa significasse stare su un palcoscenico. A 18 anni, nel 1975, ormai padrone di un’ottima tecnica sia sulla chitarra elettrica che in quella classica, Pino Daniele iniziò la carriera di sessionman. Dopo aver suonato con Mario Musella, Jenny Sorrenti, Gianni Nazzaro e Bobby Solo entrò nella veste di bassista del gruppo jazz Napoli Centrale. In questo stimolante contesto creativo conobbe un grande sassofonista (James Senese) che divenne uno dei suoi migliori amici.

IL DISCO

Napule è

ìNa tazzulella ‘e cafè

Ce sta chi ce penza

Suono d’ajere

Maronna mia

Saglie, saglie

Terra mia

Che calore

Ci po dicere

Fortunato

Cammina, cammina

‘O padrone

Libertà

MUSICISTI

Pino Daniele: chitarre elettriche, classiche ed acustiche, mandola, mandolino.

Rino Zurzolo: basso elettrico e contrabbasso.

Ernesto Vitolo: pianoforte e piano elettrico fender rhodes.

Enzo Avitabile: Sassofoni.

Luca Vignali: Oboe.

Roberto Spizzichino: Batteria.

Rosario Jermano: Batteria e percussioni.

PARLA PINO DANIELE

Alla fin fine il rapporto fra due persone nasconde la verità e il mistero della tua esistenza…

Evito di schierarmi in battaglie giuste nella mia città per non essere strumentalizzato. Se faccio qualcosa su fronte del sociale o dell’ambiente esigo il più assoluto anonimato….

Vivo fregandomene delle classifiche, del marketing e della discografia. Tanto i risultati arrivano quando non ci pensi proprio….

Fare musica in Italia è sempre più difficile. C’è troppa confusione e ci sono troppi dilettanti che si fingono professionisti…..

I figli si fanno non perché è giusto, ma perché si ha voglia di essere genitori. Se penso al contesto socioculturale in cui oggi si nasce, capisco che dare la vita è già un torto…..

Parole e musica nascono assieme. E’ roba che fa da sempre parte della mia vita. Perché io stesso nasco in musica. In questo suono a tratti mediterraneo, io e i miei ci riconosciamo. Napoli è molto vicino all’Africa e anche all’America….

Soffro come un cane quando penso alla mia città. Vorrei rivivere quello che ho passato lì. Ma siamo cambiati sia io che lei, probabilmente,tutti e due in meglio Ma ciò non mi consola. Napoli è per me una fonte infinita di nostalgie che tuttavia non metto mai al servizio della mia creatività. Nel mio quartiere di Roma (Clodio) cerco di ricreare la stessa umanità. Chissà, forse un giorno tornerò a vivere a Napoli….

La cosa più importante nella comunicazione musicale è il ritmo. Perché il ritmo serve per comunicare con tutti, anche con i bambini, senza tante esercitazioni mentali…

La mia musica viene dall’anima, la melodia dal Mediterraneo, i ritmi dalla tradizione…

Alessandro Ceccarelli

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