TORINO (corrispondente) – La venticinquesima edizione del Salone del libro è terminata ieri con Alessandro del Piero; il neoscudettato capitano bianconero ha presentato alle 18 il suo lbro “Giochiamo ancora” chiudendo con l’ennesimo sold out una stagione memorabile per la manifestazione.
Nell’anno della crisi gli italiani si riscoprono soprattutto lettori; le biglietterie, con 317.000 visitatori, registrano un incremento del 4.1% rispetto al 2011. Anche gli espositori, che quest’anno sono stati più di 1400, sono stravolti ma soddisfatti di questa edizione in cui anche il numero delle vendite è aumentato, nonostante le previsioni tutt’altro che rosee. Già il direttore Ernesto Ferrero, nella cerimonia d’apertura, aveva rifiutato l’idea di un Salone ai tempi della crisi, riaffermando con forza la centralità della cultura e della formazione in un’epoca dal destino incerto e, nonostante la preoccupazione degli organizzatori, il Salone ha festeggiato in maniera esemplare le sue nozze d’argento. La fortuna di questa edizione è soprattutto merito degli ospiti, grazie ai quali si è registrato il record di sold out, Niccolò Ammaniti ha fatto il tutto esaurito presentando la sua ultima raccolta di racconti dal titolo quanto mai attuale “Il momento è delicato”, così come Massimo Gramellini che ha presentato il suo romanzo “Fai bei sogni” e ha raccontato il difficile percorso che porta dalla rabbia al perdono, sotto gli occhi di Sergio Marchionne che ha dichiarato di essere un grande fan del giornalista. In moltissimi hanno voluto ricordare Carlo Fruttero in un incontro organizzato da sua figlia in cui molti artisti tra cui Luciana Litizzetto hanno letto alcuni pezzi dei libri scritti con l’amico Franco Lucentini . Sold out e standing ovation per Roberto Saviano che, accolto come una rock star, ha presentato insieme a Fabio Fazio il loro ultimo programma televisivo che andrà in onda su la 7, ” Le cose che non ho”. Marco Travaglio, col suo “Da mani pulite a mani impunite” ha riempito l’Auditorium del Lingotto, come il commovente incontro ricordo per i vent’anni della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con Giancarlo Caselli e Salvatore Borsellino.
Anche i paesi ospiti, Spagna e Romania, sono stati grandi protagonisti di quest’anno. Lo spettacolo teatrale “Sul lavaggio dei cervelli” del rumeno Visniec è stato molto acclamato dal pubblico, così come le numerose rassegne cinematografiche sul cinema rumeno tenute al cinema Massimo. Per quanto riguarda la Spagna ha ottenuto molto successo la lectio magistralis del filosofo Savater dal titolo “Etica della creazione intellettuale”.
Non si è sentita la mancanza di Beppe Grillo, che all’ultimo ha deciso di non presentarsi al Lingotto. Il Salone ha risposto ai tagli con l’indifferenza, dimostrandosi non curante della nostra classe politica che eppure era presente, dando maggior importanza agli scrittori piuttosto che ai Professori; e non c’è stato neppure lo spazio e il tempo per le polemiche, a parte le polemiche di alcuni manifestanti no tav, contro il parlamentare Esposito che presentava il suo libro a favore della tav. I lettori guardano già oltre probabilmente, o almeno questo sembrava il progetto che si respirava in questi giorni a Torino, e anche il tema conduttore di questa edizione, la primavera digitale, ha permesso di affrontare, con iniziative concrete, un cambiamento radicale che investirà non solo l’editoria, ma il nostro modo di pensare e tutto il nostro mondo. Il Salone sembra già guardare al futuro, alla nuova era digitale fatta di multimedialità, di connessione e condivisione, un’era che non esclude nessuno, in cui tutto può essere alla portata di tutti. Il Salone chiude tra gli applausi ed è una bella immagine per un paese che sta vivendo uno dei periodi più cupi della sua storia il sorriso e l’entusiasmo dei giovani che partecipano.
All’uscita del Salone un ragazzo e una ragazza recitano per i passanti poesie di Montale e Baudelaire accompagnati da una chitarra. Si sono conosciuti l’altro giorno sul pullman che portava al Lingotto e han deciso di condividere la bellezza della poesia con chi avesse voglia di ascoltarli. E la bellezza della poesia, come gli occhi di quei ragazzi sono una bella immagine per ripartire.