Libri. Scienza per amore o amore per la scienza?

ROMA – Epistème è un termine greco che indica il sapere certo. Il termine è composto da epi – su, sopra e da histamai stare.

Quindi epistème è ciò che sta sopra; però la parola che dovrebbe indicare la conoscenza certa e incontrovertibile presto viene corrotta dalla filosofia platonica la quale afferma che la conoscenza sensibile è doxa ovvero apparenza. Quindi, sostiene Platone, mettendo le basi della metafisica, la vera conoscenza non può pervenire dal dato empirico ma solo tramite ragionamento o intuizione. In parole povere, secondo il pederasta Platone, il dato di realtà nasce dalle parole dei sapienti che hanno delle ‘grandi intuizioni’ e la realtà che vediamo, essendo una mera copia delle forme eterne dell’intermundia, è solo apparenza.
E noi sappiamo che epistemologia è sinonimo di scienza: fare un discorso epistemologico significa fare un discorso scientifico.
Bene ora con questi strumenti spuntati noi siamo chiamati recensire un libro dal titolo “Scienza per Amore – La realtà non va difesa ma raccontata”. Il volume nasce per rendere pubbliche le vicissitudini che hanno travolto i componenti di un’associazione di volontari che lavoravano nell’ambito del disagio sociale nel territorio italiano dal 1984.

Scienza per Amore nasce da una costola di R.E.Maya acronimo di Recupero-Educazione-Meditazione-Alimentazione-Yoga-Arti. Questo perché, secondo la filosofia del fondatore Danilo Speranza, alla quale aderivano i componenti dell’associazione, per curare le persone che vivono ai margini della società, orfani, disadattati, tossicodipendenti, malati di mente ecc., è necessario attraversare questo percorso rieducativo multidisciplinare. Certo qualcuno potrebbe dissentire, c’è libertà di pensiero, sul fatto che meditazione e yoga possano ottenere qualche risultato duraturo su persone chiuse “nella sezione penale ‘minorati mentali’”  del carcere di Rebibbia. A noi risulta addirittura  assurdo che possa esistere un luogo per malati mentali all’interno di un carcere, ma questo racconta a pag. 25 Paolo D’Ambrosio uno degli istruttori dell’associazione R.E.Maya.

Come racconta il libro, dal 1984 al 2009 nel frattempo l’attività di R.E.Maya si differenziava in varie attività umanitarie anche all’estero, e l’incontro di Speranza con Umberto Manola “un ingegnere che lavorava a una tecnologia in grado di valorizzare a fini alimentare biomasse agricole di scarto” fece scoccare la scintilla che da li a dieci anni avrebbe creato, allo scopo di “dare una risposta al problema della fame” soprattutto  in Africa, il sistema HYST.
Come recita una nota a pag. 35, il  finanziamento di Speranza per il progetto dell’HYST (Hypercritical Separation Tecnology) “venne formalizzato in una prima scrittura, stipulata a metà degli anni ‘90”. Da lì iniziò la strada narrata nel libro verso la produzione di queste apparecchiature e per la loro distribuzione nei paesi Africani. Sarebbe troppo lungo narrarvi i particolari di questa operazione che vide coinvolte istituzioni del nostro paese e di alcuni paesi africani. Il libro ne parla dettagliatamente e offre anche, a prova della bontà dell’HYST e delle sue applicazioni, numerose fotografie e documenti che testimoniano l’esistenza di questi oggetti fotografati.  A vederli non sembrano ectoplasmi.
I guai, come scritto nel libro, e come ci hanno raccontato alcuni componenti dell’associazione capeggiati dalla responsabile delle Relazioni Esterne dell’associazione Scienza per Amore, Barbara Carrubba, in un’intervista rilasciata il 28 maggio a Dazebao News, iniziano a ridosso delle fasi di attuazione finale.
E le accuse, suffragate da un’inchiesta giudiziaria carico dell’associazione, che determina il blocco del progetto e la detenzione di due anni di custodia cautelare di Danilo Speranza, sono molto gravi: abusi sessuali nei confronti di due minori, truffa aggravata, induzione a pericolo immaginario, false  dichiarazioni all’autorità giudiziaria e forse anche l’imputazione di riduzione in schiavitù.
Nella riunione/intervista audio-registrata uno dei partecipanti ha parlato di “accuse ad orologeria”, qualcun altro ha detto che le madri che hanno sporto denuncia sapevano benissimo che il progetto stava finalmente diventando una realtà concreta e che quindi … forse … non si sa nulla di preciso però ….
Alle domande sulle eventuali frequentazioni del fondatore con le bambine accusatrici non hanno voluto, giustamente, rispondere, in quanto c’è un’inchiesta in atto. Una di loro però ha detto “Anch’io sono madre e non ho visto mai atteggiamenti di un certo tipo” ma potrebbe anche darsi che la madre che ha affermato questo non si sia mai accorta di nulla per il semplice motivo che nulla è accaduto davanti a lei.
E qui ci dobbiamo fermare, certo potremmo parlare delle prove scientifiche dei periti che non hanno trovato tracce biologiche sul luogo del delitto ma purtroppo tutti abbiamo sentito parlare di plurime scientificità che provano plurime verità. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso.
Anche riguardo al progetto HYST vi sono molteplici percezioni: si va dall’accusa di truffa incontrata su alcuni giornali: “Oggi una nuova rappresentazione della farsa messa in piedi dall’Associane Scienza per Amore all’Università degli Studi della Tuscia, (…) per presentare la fantomatica tecnologia Hyst, che in teoria dovrebbe risolvere i problemi  della fame nel mondo, ma che in realtà serve solo a rimpinguare le tasche di Danilo Speranza, il “guru di San Lorenzo”, & C.” a difese che appaiono assolutamente ragionevoli: “Quella che è stata definita da alcuni “fantomatica macchina in grado di trasformare l’immondizia in cibo” – o, ancora più fantasiosamente, “frullatore” o “distruttore molecolare” – si sta mostrando per quello che realmente è: un’innovazione in grado di contribuire fattivamente ai problemi dell’energia sostenibile e dell’alimentazione.”
C’è anche chi vede in alcune positive prese di posizione istituzionali una prova della bontà del progetto :  “Il 23 febbraio scorso, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Montelibretti (Roma), si è tenuto il convegno di studio “Tecnologia HYST: dalle biomasse alimenti ed energia sostenibile” organizzato proprio dal CNR e dall’associazione Scienza per l’Amore, in collaborazione con la società BioHyst: l’ultima dimostrazione della validità della tecnologia HYST.”
E come dare torto a questo giornalista  … però poi viene alla mente ciò che disse il vicepresidente del CNR De Mattei un annetto fa:“Credo alla Bibbia e non a Darwin (…) Credo che Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell´umanità.” , e siamo d’accapo: se il vicepresidente del CNR crede alla favola di Adamo ed Eva …
E per onestà intellettuale dobbiamo anche dire che anche qualora le due criminologhe, incaricate dall’associazione Scienza per l’Amore  di sciogliere ogni dubbio in merito alla natura della ex R.E. Maya, affermassero qualcosa di positivo in merito alla presunta ‘setta’, la cosa saprebbe troppo di conflitto d’interesse.
 
Si potrebbe dire, parafrasando Shakespeare che tutte le persone, con opinioni così discordanti, lette e incontrate in questa ricerca sono gente d’onore … ma…
Non si vorrebbe far torto a nessuno. Noi non sappiamo la verità. E l’episteme nata con un difetto congenito non ci può aiutare. Verità invece nasce sana, non ha difetti … lei è aletheia “ciò che è capace di svelare”.
Nella vicenda tecnica certamente si può arrivare ad una verità, ci si arriverà, è solo questione di tempo. E sarebbe davvero un peccato se delle scoperte , se scoperte sono, finissero nell’immondizia a causa di qualche multinazionale che vuole continuare a  farla da padrone condannando alla fame milioni di esseri umani.
Nell’altra vicenda invece sarà molto, molto più difficile. C’è solo un piccolo segno, tenue traccia che ha la stessa consistenza dei sogni. E come per i sogni ci vorrebbe un grande psichiatra che sapesse interpretarlo.
Non essendo in grado di interpretarli li mostriamo così  come sono apparsi, lasciandoli nell’incertezza:
Intervistatore “… io mi sono letto le cose scritte sui giornali e c’è la storia di queste due bambine che salivano in macchina e venivano portate…”
Interruzione da parte di una delle persone presenti
“beh, bambine …ragazzine … insomma”
Sarà paranoia ma ci si chiede perché si è dovuto correggere la parola “bambine” con “ragazzine”. Che differenza c’è?
 
A lato di questa vicenda, e anche dopo la giustissima assoluzione per i fatti di Rignano Flaminio, si vorrebbe fare delle considerazioni sul tema della percezione della realtà umana. Al di là delle prove, delle perizie scientifiche, che sono importantissime naturalmente, si dovrebbe fare ricorso all’empirico, alla deduzione e al ‘sentire’.
L’empirico sono i fatti vissuti più che visti, per esempio se a un padre viene detto dalla figlia che un parente ha insistito perché rimanesse sola con lui in macchina … anche se non ci sono prove scientifiche che attestino qualcosa di avvenuto il padre dovrebbe dedurre …si dovrebbe preoccupare e verificare e, se è il caso, scusarsi con il malcapitato o mandarlo in galera.
Il discorso sul ‘sentire’  è  più complicato: non tutti hanno mantenuto la capacità di ‘sentire’ e ‘vedere’  l’altro aldilà delle apparenze. Tra quelli che continuano a sentire, poi ci sono molti che “sentono ma non vedono” e sono spesso preda di schizoidi che vedono tutto lucidamente ma come tutti gli anaffettivi non sentono nulla. Il problema è che spesso sono gli schizoidi che spiegano, a loro modo naturalmente, a chi ha mantenuto una sensibilità inconscia cos’è quella cosa che essi sentono ma non riescono a vedere.
In queste vicende molti sentono qual è la verità: hanno la prova del loro sentire. Per sapere la verità su uno psicotico lucido ed anaffettivo non servono prove scientifiche, magari lo si sente dal gelo paralizzante che ti invade al suo avvicinarsi. Ed è a questo ‘sentire’ l’altro con certezza e al di là delle apparenze che ci si dovrebbe appellare per distinguere un mostro da una persona affettiva.
 

Scheda libro
Titolo : Scienza per amore
a cura dell’associazione omonima
Editore: Bits of Future

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