ROMA – “Un’Europa che vada finalmente oltre l’austerità”. E’ un vero e proprio manifesto politico con proposte concrete il nuovo libro di Massimo D’Alema “Non solo euro” (Rubbettino, 12 euro). Indicativo il sottotitolo: “Democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l’Europa”.
Ma quale Europa? “Un’Europa più democratica e solidale, che punti su lavoro, innovazione e crescita sostenibile, in grado di recuperare il proprio ruolo sullo scenario internazionale”, si legge nella quarta di copertina, con una precisazione indispensabile: “Di fronte al rischio di un’avanzata delle forze antieuropeiste e dei movimenti populisti, il libro indica un percorso possibile verso un’Europa che riparta dai propri valori fondanti e che, consapevole delle sue unicità e potenzialità, torni a rappresentare una speranza per le giovani generazioni. E’ un’appassionata esortazione affinché i progressisti affrontino gli appuntamenti cruciali che ci attendono, forti di un europeismo rinnovato che guardi al futuro”. E, infatti, il libro spiega che se si è arrivati, anche in Italia, a un forte momento di criticità nel processo di costruzione dell’Europa unita ciò è dovuto al prevalere, negli ultimi anni, delle politiche delle destre in Europa, nonché all’affermazione di posizioni iper-liberiste per le quali il mercato avrebbe aggiustato tutto.
Evidentemente non è andata così, visto che progressivamente la finanza ha dilatato la propria influenza sull’economia e sulla politica. E proprio per questo è il momento di invertire la rotta: occorre una politica forte, capace di orientare le scelte in campo economico e finanziario e non il contrario. E questo è un obiettivo possibile per le forze progressiste che non possono mancare l’appuntamento per costruire un’Europa realmente democratica, non affidata ai tecnocrati, perché occorre un’altra Europa rispetto a quella che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, quando ci siamo abituati ad un’Europa germanizzata e all’imposizione dell’austerità a discapito del welfare. L’inversione di tendenza deve investire anche la Germania perché diventi realmente europeista e non pensi solo a se stessa.
Il libro di D’Alema contiene l’analisi di come sono andate le cose negli ultimi anni, specialmente dal 2007-2008 in poi, quando la crisi economica strutturale che ha investito l’Occidente ha avuto ripercussioni pesanti nell’Eurozona, anche se con intensità diverse nei diversi Paesi. E la risposta dell’Unione Europea alla crisi è stata insufficiente. Nel libro si parla di “aspettative tradite” con prospettive ancora negative. “Il declino –scrive D’Alema- si è anche accompagnato a una sostanziale caduta degli investimenti dai primi anni ’80 fino ai giorni nostri, da circa il 24% del pil a circa il 17% nel 2012”. Un tracollo, anche a fronte di un bilancio europeo assai modesto, pari all’1% del pil dei Paesi membri.
Da una situazione così, si esce “non con più Europa, ma con un’altra Europa” perché “il mondo ha bisogno di un’Europa forte, in grado di agire coerentemente come un soggetto unitario e non come un insieme disordinato di vecchie potenze. Solo così l’Europa potrà essere un pilastro dell’ordine mondiale che si va delineando” con la fine del dominio dell’Occidente, in questo secolo “asiatico”.
La risposta deve venire da una nuova politica europea che riequilibri il rapporto tra Parlamento europeo e Commissione per una reale governante della zona euro, che è mancata. “In questo quadro, ciò che appare particolarmente importante è rafforzare la legittimazione democratica e il peso politico della Commissione europea. Il Presidente della Commissione e gli altri componenti devono poter rappresentare un vero e proprio “governo” dell’Unione, in grado di operare una effettiva sintesi nel nome degli interessi comuni e capace di fronteggiare il peso dei governi dei Paesi più forti, che spesso sembrano considerare la Commissione semplicemente come una struttura burocratica al loro servizio”. Compito dei progressisti nel Parlamento europeo che uscirà dalle elezioni del 25 maggio è di far tornare centrale la questione democratica.
“La democrazia, per noi, è un valore universale”, scrive infatti D’Alema, che nelle conclusioni aggiunge: “Non tradiamo i nostri valori, rendiamoli più forti, perseguendoli con coerenza e con l’unità politica degli europei”. Solo così sarà possibile ridare all’Europa il ruolo che merita nel mondo e superare le criticità degli ultimi anni, innescando una nuova fase di crescita economica, il rilancio degli investimenti pubblici, le risposte che occorrono al dramma della disoccupazione, soprattutto giovanile.
“Sono convinto che questa Europa non ripiegata su se stessa, non prigioniera di una dimensione esclusivamente monetaria ed economicistica, non incatenata da vincoli che essa stessa ha posto alle proprie straordinarie potenzialità, questa Europa orgogliosa e consapevole della forza della propria civiltà possa appassionare e mettere in campo una nuova generazione. Per questo abbiamo voluto spingere lo sguardo oltre l’euro e la sua crisi: perché torni la politica, quella vera, e si rimetta in moto la speranza”, conclude D’Alema, che descrive il suo libro come frutto del lavoro da lui stesso svolto come Presidente della Fondazione Italianieuropei e della Foundation for European Progressive Studies (Feps).