Un’amicizia senza confini. Laila Wadia: “Amiche per la pelle”

ROMA – Un palazzo fatiscente, a Trieste in Via Ungaretti 25, è il luogo deputato per la storia di Lule, Marinka, della signora Fong e Kumar (narratrice della storia), protagoniste del romanzo di Laila Wadia “Amiche per la pelle” (edizioni e/o 2007, p. 141, euro 14).

Storia ambientata in una Trieste multietnica, dove si incrociano le vite di alcune famiglie stranieri, dove  le tradizioni si incontrano e a volte si mescolano.  Questo palazzo sembra dimenticato da Dio e dal sole e insieme a tanti stranieri vive un italiano burbero e scontroso, che solo nel finale sembrerà addolciri: il signor Rosso. Nessuno verrà escluso, nemmeno il signor Rosso,  dallo sfratto esecutivo che incombe su di loro. Le quattro donne vivono un rapporto di  grande amicizia a volte incontrandosi di nascosto dagli uomini, superando le difficoltà che la lingua sembra riservargli quasi di proposito.

 

Per questo motivo seguono le lezioni di Laura, un’italiana femminista e anticonformista.  Appare significativa la figura dell’insegnante di italiano per le donne di questa piccola comunità, perché è veicolo di modi di pensare e fare non sempre coerenti con la cultura delle singole comunità. Così andare a teatro, oppure fare una escursione culturale è sempre qualcosa di strano e costringe  i componenti di questo condominio a continue verifiche con la propria cultura, con le proprie abitudini,  le proprie convinzioni. I protagonisti di questo fluido e accattivante romanzo sono donne, forse anche a sottolineare che le modificazioni dei migranti avvengono più profondamente nelle donne che non negli uomini. Specie nella parte finale il testo si alleggerisce con  elementi di sogno, purtroppo la realtà specialmente con gli stranieri è molto più cruda, e dona un grande valore all’amicizia e al sostegno reciproco.

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