“Roma acqua e sapone”, vademecum per uscire dall’inferno

ROMA – “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se c’è n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiamo stando assieme.

Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è più rischioso, ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Con questa grande citazione da Le città invisibili di Italo Calvino, posta in apertura del libro Roma acqua e sapone, inizia questo lavoro pubblicato da Edizioni Intra Moenia, a cura di Annarita Sacco.
Chi, a Roma, e provincia, chi in Italia, e provincia, chi in Europa e provincia passasse per le vie della capitale, volendo vivere in un modo più umano e sostenibile, ora non ha più i soliti alibi del tipo: “Si, ma dove vado? Si ma dove si trova quella cosa ecologica? Si, mi piacerebbe ma con chi lo faccio”. Questo libro è una meravigliosa risoluzione per chi voleva far scomparire ‘l’inferno consumistico’ dalle città ma non sapeva dove andare, a chi rivolgersi, con chi poterlo fare.

Il libro – curato da Annarita Sacco con la collaborazione del settimanale Carta – è una bussola per potersi muovere umanamente e civilmente nella città di Roma; è una guida aggiornata che racconta, attraverso mille schede di facile lettura e gli interventi di una sociologa Maria Immacolata Macioti, un esponente della decrescita, Serge Latouche, uno scrittore e musicista romano, Andrea Satta dei Tetes de bois, e un economista, Alberto Castagnola, un punto di vista diverso sulla città, quello della società civile. Mille schede su associazioni, cooperative, reti, gruppi romani, tra altra economia e culture indipendenti,  riempiono le pagine di questo vitale vademecum che accompagna il lettore verso stili di vita altri dal colonialismo materiale e soprattutto mentale agito da pochi per far l’infelicità di molti.

In questo libro potrete trovare indirizzi, numeri di telefono, e-mail, siti web e blog di botteghe del commercio equo, dei gruppi di acquisto solidale, delle ciclofficine, del software libero, dei luoghi del riuso e riciclo, degli spazi di cultura indipendente, di centri sociali e librerie, di case editrici e teatri, di associazioni culturali, ambientaliste e antirazziste, di banche etiche e banche del tempo, di spazi di finanza etica e turismo responsabile, di locali di cucina vegetariana e di  mercati e aziende del biologico, di cooperative sociali e Ong, ma anche biblioteche, parchi e verde nascosto. Tutto ciò lo trovate in questo libro che apre le porte dell’invisibile altra città di Roma.
Inoltre si possono trovare alcuni piccoli ma preziosi interventi come quello di Latouche che è tra gli avversari più noti dell’ occidentalizzazione del pianeta e un agguerrito sostenitore della decrescita, il quale ci rassicura dicendoci che non siamo soli nel nostro immaginare un mondo praticabile: “Ovunque gli obiettori della crescita oppongono al terrorismo della cosmocrazia e dell’oligarchia politica ed economica dei mezzi pacifici: non violenza,disobbedienza civile, boicottaggio, e, naturalmente le armi della critica”. Insomma un libro anche per sentirsi meno soli ed isolati.
Il titolo del libro, Roma acqua e sapone, richiama la semplicità con la quale si può vivere per sfuggire a quell’inferno di cui parlava Calvino, ed è uno strumento per sapere riconoscere “chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

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