Nonni e videogiochi, il rapporto che non ti aspetti

Dei secondi genitori. Una guida. Un modello da seguire e da imitare.

Tutto questo, ma anche molto altro, sono i nonni. Ma, a volte, essi sono anche dei semplici, ma insostituibili, compagni di giochi. Perché sfidarli ai videogiochi ha sempre un perché e un suo fascino. Tutto questo non dovrebbe essere considerato un’utopia, visti i tempi che corrono e la modernità che galoppa, colpisce e rapisce tutti. E poi perché non giocare dopo i cosiddetti -anta? A chiederselo è stata anche niente poco di meno che la scienza. Con dei risultati a dir poco incredibili e stupefacenti.

Come emerge da una ricerca (pubblicata sul sito www.gamingreport.com), il cervello delle persone anziane rende più e meglio durante l’interazione con i videogiochi. Insomma, un vero e proprio aumento e miglioramento delle capacità cognitive. Affinché ciò accada però occorre avere un obiettivo specifico, ossia migliorare la memoria, la ritenzione mnestica e, appunto come detto, le capacità cognitive. 

Per realizzare lo studio scientifico sui benefici dei videogiochi è stato costituito un campione di 40 persone. Tutti risiedono in un centro per anziani nella città di Madrid e tutti sono stati sottoposti al test di Corsi e ad altre prove, in cui veniva ad esempio richiesto di completare puzzle, volti a migliorare la loro capacità di ritenzione mnestica. Insomma, la scienza ha parlato. E questo è davvero del tutto inopinabile. Gli anziani hanno trovato dunque un modo divertente per continuare a migliorarsi e per, in un certo senso, non invecchiare mai. Cosa c’è di meglio?

Il tutto è stato incredibilmente confermato da studi successivi. Per esempio, i ricercatori dell’Università della California, tra l’altro pubblicato sul quotidiano The Guardian, ha rivelato che persone di circa 60 anni di età che hanno giocato a un videogame personalizzato per ben 12 ore nell’arco di un periodo lungo un mese, sono riuscite a migliorare le loro capacità di multitasking, quindi nel mondo dell’informatica, in misura maggiore rispetto al livello raggiunto da un ventenne alle prese con il videogioco per la prima volta. 

I miglioramenti sono rimasti costanti anche nei mesi successivi. Non va sottovalutato nemmeno quanto detto dai residenti della casa di riposo The Paddock, situata al nord di Londra, secondo cui giocare a bowling o a golf con la Wii è un qualcosa di più di un esercizio mentale. Insomma, quello tra i nonni e i videogiochi è davvero uno di quei rapporti che non t’aspetti. Tanto vale approfittarne.

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