ROMA – Gianluca Chiaradia, musicista veneziano, si affaccia alla ribalta italiana a ventidue anni con il suo album d’esordio “SERIAMENTE IRONICO”.
Dico che, come leggiamo nelle note biografiche, “è il frutto dell’esperienza maturata in tre anni di lavoro, manifestazione di un’urgenza espressiva che da sempre contraddistingue questo giovane cantautore, che ha fatto della chitarra acustica il suo strumento musicale prediletto”. Lo ha intervistato Valentina Marchetti per farlo conoscere ai lettori di Dazebao.
Quando hai deciso che la musica sarebbe stata la tua strada?
GC In realtà non l’ho deciso, è una sensazione del tipo “mi scappa la pipì”. A un certo punto la fai! Per ora devo condurre una doppia vita lavorativa per fare musica senza compromessi. Faccio fatica a spiegarlo alla maggioranza delle persone che ormai è abituata a catalogare come “artisti” solo chi vede ai talent. Non ho nulla contro i talent, ma credo filtrino in modo errato il concetto del “fare musica”.
Quali sono state le tue influenze musicali?
GC I grandi del rock principalmente. Bob Dylan, The Rolling Stones, The Beatles, Otis Redding, Van Morrison, Jackson Browne, David Bowie, Willy De Ville e un sacco di artisti meno noti ma non meno bravi. Ho cominciato a collezionare vinili grazie a mio padre a cui devo la mia passione per la musica.
Mi racconteresti di come è nato il tuo album?
GC È stato naturale ritrovarmi con una decina di canzoni da registrare perché ne scrivo da quando avevo dodici anni. Prendo spunto dal quotidiano, spesso l’ispirazione arriva grazie a persone e fatti che di artistico non hanno un bel niente. Credo si riduca tutto nel cercare la bellezza anche nelle cose che apparentemente non ne hanno.
Quali sono i prossimi progetti in cui sarai coinvolto?
GC Sto lavorando al secondo disco. Poi sono in programma dei concerti per l’autunno e per restare aggiornati basta visitare il mio sito www.gianlucachiaradia.it
Raccontami di come inizia una tua giornata.
GC Di solito inizia male, poi migliora!
“Invisibile” Gianluca Chiaradia – Dall’album “Seriamente Ironico”
