Nel 1974 esce l’album della consacrazione internazionale del gruppo tedesco
Germania: Avanguardia e sperimentazione musicale
Quando si pensa alla musica rock l’associazione agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna è quasi automatica. Il fenomeno si diffuse all’inizio degli anni ’60 sulla scia del rock’n’roll statunitense del decennio precedente (Bill Haley, Little Richard, Chuck Berry Elvis Presley) e del blues nero (Albert King, Bo Diddley, T-Bone Walker, B.B: King). I Beatles sono stati senza alcun dubbio il gruppo musicale dello scorso secolo che ha dato la più significativa scossa alla musica popolare rivoluzionando il concetto di canzone, facendola diventare una vera e propria forma d’arte.
La Germania, come molti altri paesi europei, subì molto l’influenza della musica anglofona. Verso la seconda metà degli anni ’60 nel Paese drammaticamente diviso in due dalla Guerra fredda, si andò delineando un’avanguardia musicale molto particolare. Il ‘krautrock’ (anche detto ‘Kosmische Musik’, ‘Musica cosmica’) è un termine coniato dalla stampa angloamericana in riferimento alla scena musicale costituita dai gruppi attivi in Germania tra la fine degli anni ’60 e il decennio seguente che hanno prodotto in varia misura forme musicali nuove sulla base del rock progressivo o della musica elettronica tedesca (ad esempio Karlheinz Stockhausen) negli anni precedenti. Il termine fu utilizzato per la prima volta in senso denigratorio sulle pagine del settimanale inglese ‘Melody Maker’. La definizione comprende gruppi spesso diversi tra loro, dallo sperimentalismo totale e privo di regole dei ‘Faust’ alle derive cosmiche dei ‘Tangerine Dream’ e dei ‘Cluster’, dalle anticipazioni di new age degli ‘Ash Ra Tempel’ e dei ‘Popol Vuh’ alla proto-new wave (dai risultati diversi tra loro) dei ‘Can’ e dei ‘Neu!’ (e delle derivazioni di questi ultimi come gli ‘Harmonia’ e i ‘LA Düsseldorf’), dalla nascita della techno tramite i ‘Kraftwerk’ al rock apocalittico degli ‘Amon Düül I e II’, fino alle improvvisazioni freak di The ‘Cosmic Jokers’. Il krautrock influì in artisti provenienti da molti generi diversi, come in David Bowie (la cosiddetta “Trilogia berlinese”) ed i vari gruppi della new wave, del post-rock, della techno e della new age. Il genere ha contribuito in maniera importante alla nascita e all’evoluzione della musica ambient e della new age. In questo fertile e creativo contesto musicale, il trio dei Tangerine Dream ha avuto un ruolo fondamentale riuscendo ad avere anche un certo consenso di vendite.
Tangerine Dream: un trio per l’infinito universo elettronico
Il gruppo si formò nella seconda metà degli anni ’60 grazie alla figura di Edgar Froese, chitarrista e tastierista nato in Lituania nel 1944, Klaus Schulze, batterista e tastierista, nato a Berlino nel 1947 (lasciò il gruppo dopo la pubblicazione del primo album) e Conrad Schnitzler, violoncello, violino, chitarra, nato a Dusseldorf nel 1937). Il primo album fu registrato a Berlino nell’ottobre del 1969 all’interno di una fabbrica abbandonata. Tuttavia è con “Alpha Centauri” che il gruppo si fece notare dalla stampa specializzata e riuscì a vendere ben 20mila copie solo in Germania. Alle registrazioni partecipò Chris Franke (nato a Berlino nel 1953) in sostituzione di Klaus Schulze. A differenza dell’album di esordio, i Tangerine Dream impiegarono in maniera massiccia strumenti elettronici come i sintetizzatori analogici EMS e VCS-3. Il successivo “Zeit” (1972) proseguì e approfondì la sperimentazione elettronica e vide l’ingresso di Peter Baumann (nato a Berlino nel 1953). Con “Atem” (1973) il gruppo assume definitivamente la formazione del trio: Froese, Franke e Baumann. Con “Phaedra” i Tangerine Dream registrarono il loro migliore album, quello della definitiva maturazione compositiva e della consacrazione internazionale.
“Phaedra”: sinfonia cosmica per sintetizzatori
Dopo quattro album in studio che avevano contribuito all’affermazione in Germania e in Nord Europa, i Tangerine Dream cercarono di ampliare il loro ‘bacino’ di fans senza però abbassare il livello della sperimentazione elettronica e sonora delle loro composizioni. Il leader Edgar Froese si dedicò con grande cura alla produzione del disco e della qualità del suono. Per la prima volta fu impiegato un sequencer per creare ipnotiche linee di basso, il sintetizzatore Mini Moog e fu ampiamente utilizzato il Mellotron per creare suggestivi tappeti di archi sui cui sviluppare melodie cosmiche con i sinth VCS-3 e con il piano elettrico. Ancora oggi, a distanza di 40 anni, l’ascolto di “Phaedra” impressiona per la qualità del suono, per la perfezione e l’accuratezza delle timbriche prodotte dai numerosi strumenti elettronici e dalle composizioni inquietanti e suggestive. I tre musicisti dei Tangerine Dream hanno concepito questo disco come una sorta di sinfonia elettronica, ispirati anche dal titolo (Phaedra è una tragedia di Seneca in cui la protagonista si innamora follemente del figliastro Ippolito e le cui conseguenze saranno devastanti). I suoni del gruppo tedesco sembrano accompagnare l’ascoltatore in un ipotetico viaggio attraverso gli spazi infiniti del cosmo e della coscienza umana. “Phaedra” fu pubblicato il 20 febbraio del 1974 ed ebbe un notevole successo di vendite, nettamente superiore a quello degli album precedenti. In Gran Bretagna arrivò addirittura al 15° posto della chart. “Phaedra” ottenne il primo disco d’oro della loro carriera in Australia. L’album fu l’inizio del periodo di maggiore popolarità del gruppo tedesco in Europa anche grazie ad una serie di spettacolari concerti in cui i tre musicisti dimostrarono la loro grande competenza strumentale e compositiva.