Il cantautore milanese si è esibito al “BQ De nott” con lo straordinario pianista Michele Fazio
“Non so se è meglio ma è
non so se è peggio ma è
è solo quello che c’è
soltanto quello che c’è
e non è l’America.
Ma forse è meglio così
era impossibile qui
andare avanti così
non è l’America
l’America
l’America..”
(“L’America” di Francesco Tricarico)
Vederlo in concerto in una sorta di recital per voce, flauto e pianoforte è un’esperienza unica, intensa che provoca forti emozioni. Il suo modo di cantare, le sue storie strazianti e struggenti, il suo lirismo e la sua poesia arrivano direttamente al cuore. Stiamo parlando di Francesco Tricarico, cantautore milanese che ieri sera si è esibito al “BQ De Nott”, locale underground del capoluogo lombardo. Il musicista e compositore ha offerto uno spettacolo che fonda magistralmente la canzone d’autore, il teatro, l’improvvisazione più esasperata per raccontare il nostro Paese attraverso la sua e le nostre vite. Il suo recital ha avuto come protagonista un musicista straordinario e profondo come Michele Fazio. Si tratta di uno dei migliori pianisti jazz italiani ed europei in circolazione. Nativo di Bari, nel corso della sua prestigiosa carriera ha composto colonne sonore per il teatro e per il cinema. Ha scritto il soundtrack del film “Tutto l’amore che c’è” del suo amico Sergio Rubini. Ha collaborato Con Patty Pravo, Fabio Concato, Gianluca Grignani e Mick Abrahams, cofondatore dei leggendari Jethro Tull. Michele Fazio ha pubblicato alcuni album con il suo trio e per piano solo in cui ha dimostrato le sue immense capacità compositive e interpretative. Il suo pianismo romantico prosegue il percorso tracciato da Bill Evans e da Brad Mehldau.
Uno dei momenti più intensi del concerto di Tricarico è stato quando ha proposto “L’America”, brano estratto da “Invulnerabile” (2013), che è tutt’ora il suo ultimo album pubblicato. Altro momento particolare è stata la composizione “Le conseguenze dell’ingenuità”, il cui testo spicca per il crudo realismo e per una poesia ricercata e originale. Ecco un passaggio estremamente significativo e illuminante del lirismo di Tricarico.
“Le conseguenze dell’ingenuità
a volte sono sottovalutate
se si potesse correre più avanti
non si farebbe certo quell’errore
confonder l’oro per il sole
ma poi del resto tanto è sempre uguale”.
Lo schivo compositore milanese ha poi cantato il suo brano di esordio, “Io sono Francesco” che ebbe uno straordinario successo di vendite coronato anche da un disco di platino.
Dopo quindici anni di carriera Francesco Tricarico si presenta soprattutto dal vivo con un’incredibile energia creativa e interpretativa. Le sue composizioni a tratti disperate e strazianti sono come uno squarcio di luce nella notte più buia dell’attuale panorama della canzone d’autore italiana.