Jacko e il bambino conteso – racconto ventesimo

June Chandler, convinta della buona fede del cantante, trovò logico che suo figlio, impressionato dal film “L’esorcista”, avesse chiesto  di dormire con Michael. I rapporti tra lei, i bambini e la pop star ripresero sereni. Aveva paura dell’ex marito,  della sua gelosia, delle sue fissazioni,  evitava di dirgli  che andavano a Neverland e che ricevevano regali costosi .

Considerava Michael un tipo sui generis, ma dato il suo destino e il talento, non pensava che potesse essere normale. Non capiva perché talvolta avesse lo sguardo vuoto, si era chiesta se non usasse droghe,  ma non temeva per Jordan, che Michael incontrava quasi sempre in sua presenza. Lusingata anzi di tanta considerazione,  felice di realizzare sogni inattuabili, orgogliosa della confidenza della star, provava trasporto verso quello strano ragazzo dagli occhi bistrati e il viso di languido Pierrot.   Evan Chandler, il padre di Jordan,  invece non si dava pace. Curando i denti di un paziente amico del dermatologo di Michael, il dottor Arnold Klein, gli confidò le sue paure sul fatto che il cantante dormisse accanto al figlio. Il cliente promise al dentista che si sarebbe informato con lo stesso Klein, che conosceva benissimo il re del pop , sulla sua vera identità sessuale. Un giorno nello studio di Evan Chandler l’uomo disse:
Ho parlato con Klein, mi ha assicurato che Michael Jackson è assolutamente eterosessuale.
E il suo strano comportamento con i bambini allora? –  chiese Chandler
Il dotto Klein dice che Jackson è un estroso ma innocuo ragazzo, non dovete assolutamente preoccuparvi…

June, Lily e Jordie ripresero a frequentare regolarmente il re del pop. Qualche volta furono loro a dormire nella sua villa, qualche volta fu Jacko ad andare da loro. Quando erano insieme Michael e Jordan sembravano coetanei, il bambino a Neverland passava ore a navigare in internet, guardando immagini e video. In quel periodo, il 22 aprile 1993 Michael Jackson, ricevuto un nuovo premio,  chiamò da casa June per annunciarle trionfante:
June devo andare a Montecarlo per  i World music awards…
Hai vinto ancora? Michael sei grande!
Non ti ho chiamata per lodarmi – disse sincero il re del pop –  ho un’idea… perché tu e i bambini non venite con me? Mi fa piacere la vostra compagnia…
Davvero? Non ci siamo mai stati… Jordan ne sarà felice e anche Lily…  ne parlerò con Dave e con Evan…  il papà di Jordie non ama che suo figlio preferisca stare con te piuttosto che con lui… si è anche arrabbiato perché tu hai regalato un computer a Jordie…
E perché mai si è arrabbiato?
Perché era proprio il tipo di computer che il mio ex marito avrebbe voluto regalare a suo figlio… lo hai spiazzato…

Si trattava della quinta edizione dei World Music Awards del principato di Monaco,  dove Michael Jackson andava a ritirare riconoscimenti quale “Artista statunitense con maggiori vendite dell’anno”, “Artista Pop e Globale con maggiori vendite al Mondo”, “Artista del Secolo con record di vendite insuperato nel globo”.  Un trionfo che lo incoronava cantante più amato di ogni epoca. Michael, June e i bambini, il 12 maggio 1993 arrivarono a Montecarlo dopo aver volato in prima classe,  presero alloggio all’Hotel de Paris, nella suite Wiston Curchill che costava, allora, duemila dollari a notte. In quell’occasione  Jacko, in perenne astinenza di tenerezze,   fece alla famiglia Chandler pubblica dimostrazione di affetto decidendo di presentarsi davanti a 550 milioni di telespettatori con Jordan Chandler vestito esattamente come lui, accanto al principe Alberto.  

Michael Jackson e Jordan Chandler ai Worlds Music Awards 1993

Fin da quando i Chandler e Michael erano scesi dall’aereo nel principato,  furono bersaglio dei flash dei fotografi e finirono su tutti i giornali. Il giorno dopo a Los Angeles il National Enquire commentava le immagini così: “Jacko con la sua nuova famiglia”.   Quel titolo fece sobbalzare Evan Chandler che  urlò tra se “Ma quale nuova famiglia?!”.  Il sangue gli affluì al cervello: il limite era stato superato, doveva correre ai ripari perché quel ballerino effeminato, che lui non aveva mai incontrato,  stava insidiando la carne della sua carne! Temeva inoltre che tanta pubblicità avrebbe reso suo figlio facile esca di possibili rapitori,  ne faceva una questione di vita o di morte.

***

Per prima cosa Evan Chandler cercò solidarietà nel nuovo marito di June, David Schwarz. L’uomo che aveva sempre parteggiato per sua moglie, dopo aver sentito dell’articolo, nella versione del dentista, cambiò opinione e chiese a June di troncare i rapporti con Michael Jackson: “E perché?! – rispose lei alzando la voce –  Michael si è sempre comportato benissimo! Non c’è alcun motivo… assurdo!”. La donna corse poi a confidarsi con il re del pop e lui le disse tristemente: “Vedi June, crescere, non fidarsi gli uni degli altri, questo è il problema vero… è una vergogna che queste cose accadano…”

Il dottor Chandler dovette desistere. Ma con l’intenzione di controllare quello che faceva  il re del pop, appena ebbe la possibilità di stare con suo figlio, gli comunicò che voleva conoscerlo e che, per non passare i week end da solo, era meglio  venissero loro due insieme  a casa sua. Ignaro dell’acredine dell’uomo, malgrado ne sapesse la diffidenza, Michael accettò la proposta curioso: paradossalmente quella normalità da classe media era un’avventura nella sua vita. Si fidava, non aveva mai pensato a un tranello.  Riempì la sacca con VHS di suoi video, libri,  regali per Evan,  travestimenti per stare in giardino, il beauty case di lozioni e pillole,  caricò Jordie in macchina e si presentò alla porta del signor Chandler per godersi la vacanza.

Il dentista viveva da solo, anche se ogni tanto veniva a trovarlo Nikki, il bambino avuto dalla seconda moglie. Nikki, che aveva allora cinque anni, in quella occasione, raggiunse il padre e il fratellastro e la pop star, tanto che per più di una notte Michael e i due bambini dormirono insieme. Jacko notò con meraviglia come la domestica venisse saltuariamente, la casa fosse in disordine, Evan Chandler non cucinava, mangiava cibi in scatola, ordinava piatti da un vicino locale che Michael pagava riluttante perché di secondo ordine.
–    Vi voglio invitare in un ristorante bellissimo, dobbiamo fare festa  – disse  il cantante  una sera
Non hai detto che detesti gli assalti dei fan? –  Evan lo guardò meravigliato
Ci vado con la faccia coperta , poi lo faremo chiudere per noi…
Che spreco!
Michael  non commentò, il dottor Chandler sospirò:
Beato te! La mia vita è un’acrobazia per far quadrare i conti.
Il cantante si sentì in imbarazzo.
Sai… il divorzio, l’avvocato…  – continuò Evan –  e June si arrabbia perché dice che non penso a mio figlio… ti assicuro che non è vero, solo che ci vorrebbe un capitale.
Jacko non amava chi piangeva miseria, sapeva bene di essere circondato da approfittatori, temeva lo corteggiassero per il suo danaro. Deviò la conversazione buttando lì:
Le donne vanno pazze per chi le coccola…
Vanno pazze per i ricchi sfondati! Dovresti saperlo… –  il dottor Chandler lo guardò insinuante
Quel tipo di donna lo tengo alla larga…
Prima o poi tutti gli uomini capitolano… le donne non ti piacciono?
Certo! – ribatté Jacko
Non ho mai sentito che sei  fidanzato.
Michael arrossì:
–    La mia  vita è piena di impegni … arriverà il momento… mi piacciono i bambini, vorrei dei figli….

“Si”, pensava il dentista ammirando quel ragazzo efebico e snodato, “i bambini gli piacciono  e lui piace a loro!”. La cosa lo addolorava perché lui e suo figlio non  si erano mai divertiti insieme. Michael Jackson invece sapeva trattarlo come fosse suo coetaneo:  guardavano entrambi i cartoni animati, li gustavano allo stesso modo, ridevano, non si annoiavano. Quanti anni aveva quello strano individuo senza età? Truccato come un clown, con sopracciglia disegnate, gli sembrava irreale. Era una creatura di un altro pianeta. Però, se quel curioso pupazzo,  entrava in un negozio dilapidava migliaia di dollari come un vero  monarca: logico che un bambino restasse affascinato! Il dottor Chandler calcolava di chiedergli, al momento opportuno, un prestito: per questo faceva buon viso a cattivo gioco.   Dentro invece si macerava come annientato da un rivale: al suo confronto si sentiva perdente come maschio e, dolore insopportabile, anche come padre. Evan Chandler era ossessionato da Michael Jackson.

***

Una sera a casa del dentista, mentre attendevano una cena ordinata al ristorante cinese, mai sazi  di ascoltare musica, Jordan chiese a Jacko di fargli vedere il filmato di “Jam”.
Insegnami i passi di danza  che hai fatto vedere a Michael Jordan –  si riferiva  al campione di basket che nel video veniva ripreso mentre imparava a ballare da Michael.
Tu sei molto più bravo –  commentò il re del pop
Lui no?
Certo,  è uno sportivo! Gli ho detto: devi sentire la tua energia e esplodere… ci siamo divertiti molto…
Ti ha insegnato il basket?
Ci siamo scambiati  lezioni nei rispettivi campi… tu cosa mi insegni?
Jordie si grattò la testa:
–    Il gioco dei  cinque sassi…
Michael acconsentì e infilò la VHS nel televisore. Presero a ballare sotto l’occhio ostile di Evan Chandler.

Michael Jackson – Jam live in Wembley 1992

Il week end era trascorso.  Michael sarebbe andato via per riprendere il Dangerous world tour. Il dentista si accomiatava dalla pop star con la delusione di non potergli rimproverare nulla. Tranne forse il fatto di pendere dalle labbra di Jordan, di seguirlo ovunque andasse. Michael sembrava rapito dal bambino ma durante la vacanza si era comportato in maniera impeccabile, doveva ammetterlo. Inoltre a Evan Chandler non andava giù che sull’argomento “prestito” il milionario Michael Jackson avesse fatto finta di non capire.

L’ultimo pomeriggio,  rientrato da un giro di shopping con bancomat di Jacko, Evan Chandler rientrò carico di pacchetti e chiamò gli altri:
Jordie, Michael… sono qui!
Nessuna risposta.   Salì al piano superiore attraverso una scala di legno. Aprì il soggiorno: vuoto. La stanza di suo figlio: vuota.  Quella degli ospiti: vide Michael e Jordie assopiti nello stesso letto, uno su una sponda,  l’altro su quella opposta, ma nella medesima camera. Evan Chandler capì che, se voleva, poteva distruggere quel flautato, angelico, fenomeno da baraccone.

(continua)

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