Forze armate. In mostra a Roma armamenti e uomini impiegati in Afghanistan – LE FOTO

ROMA – Il soldato è un veterano e si vede. Alto e grosso, mi spiega come funziona un moderno bazooka, cioè un armamento anticarro, in grado di farlo esplodere. “In Afghanistan è usato soprattutto per fermare le auto-bomba”. Poi confessa: “Una volta questo missile che vede l’ho visto passare a venti centimetri dal muso del Lince dove eravamo in sei.

L’abbiamo scampata per un pelo, perché il terrorista di Al Qaeda ha fallito la mira. Se ci avesse preso non sarei qui a raccontarlo”. Il veterano non mi dice che fine fece il drappello di alqaedisti appostati lungo una folta siepe ai bordi della strada ma possiamo immaginarlo.

Il Circo Massimo è stato occupato dal 4 novembre (ricorrenza della vittoria nella I guerra mondiale) dagli armamenti delle guerre all’estero e delle missioni di pace che impegnano migliaia di nostri soldati. Elicotteri, fucili, pistole, mitragliatori con puntamento laser, simulazioni di bombe e mine che vengono rese inoffensive da uno speciale robot e dall’intervento degli artificieri. Centinaia di soldati hanno incontrato i romani, soprattutto gli studenti delle scuole, per raccontare le loro pericolose missioni all’estero, per illustrare i centri medici da campo oppure mostrare le vecchie camionette della I guerra mondiale o quelle delle spedizioni coloniali in Africa. Decine di giovani sono stati attratti dalle cabine degli enormi elicotteri, dove è possibile salire e immaginare le spedizioni in guerra, osservare gli apparati missilistici, manovrare la cloche. Quasi si sente il rumore della guerra e i rotori delle pale dei velivoli. Quasi si vede l’Afghanistan e tutto ciò che si crede sia un “peace keeping” quanto invece è una guerra vera e propria, con il suo sangue e le sue distruzioni.

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