Allarme sociale per i tagli alla sanità pubblica

Mentre il Parlamento deve ancora discutere il decreto sulla spending review e in attesa che la Conferenza Stato-Regioni definisca il nuovo Patto per la Salute – entro il 31 luglio? -, la situazione sul fronte della sanità si fa sempre più contraddittoria: il ministro Balduzzi rilascia dichiarazioni “a sorpresa” sulle cure primarie e sui nuovi Lea e il ministro Grilli afferma che non saranno ridotti i servizi ai cittadini.

Inoltre il sistema online per le ricette non funziona, i concorsi delle farmacie sono di fatto bloccati e la Corte Costituzionale dichiara illegittimi i nuovi ticket. Tra provvedimenti annunciati e poi smentiti, bozze che non vengono ufficializzate e responsabilità che nessuno vuole assumersi, lo scenario che si delinea è a dir poco confuso e l’unico punto fermo sembrano essere i tagli che il governo si appresta a mettere in atto. Nel frattempo nessuno si cura di ciò che è veramente importante per i cittadini e la cronaca ci informa di quotidiani casi di frodi alimentari pericolose per la salute, di corruzione (come il caso dei falsi poveri scoperti in Veneto, che beneficiavano illegittimamente dell’esenzione dal ticket) e di gravi errori sanitari (l’ultimo, drammatico esempio è costituito dal neonato morto a Roma nei giorni scorsi). Cresce, dunque, l’allarme sociale dei cittadini sullo stato attuale e soprattutto sul futuro della sanità nel nostro Paese. Federconsumatori ribadisce ciò che sostiene da mesi: la scelta di togliere fondi alla sanità pubblica è recessiva e penalizzante, poiché fa aumentare la spesa a carico dei cittadini per farmaci e prestazioni. Nell’incertezza degli sviluppi della crisi economica occorre dare priorità al rispetto dei diritti dei cittadini e in particolare del diritto alla salute. L’articolo 32 della Costituzione, infatti, stabilisce che lo Stato italiano “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Le anticipazioni e le rassicurazioni diffuse finora sono troppe e inconcludenti. E’ legittimo il dubbio che si stia creando una “confusione” intenzionale prima di assestare la sforbiciata alla sanità.

Condividi sui social

Articoli correlati