Istat: disoccupazione ancora su livelli allarmanti

Il Governo agisca con urgenza per eliminare le gravi diseguaglianze determinate dalla mancanza di lavoro. ROMA – Il tasso di disoccupazione ad aprile si attesta all’11,1%, segnando una diminuzione di 0,4 punti su marzo e di 0,6 punti su aprile 2016. 

Il dato più basso da settembre 2012 afferma l’Istat. Si conferma ancora elevato il tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta al 34%, stabile rispetto alla rilevazione precedente. Non dobbiamo mai dimenticare che questi dati medi, al Sud, raggiungono soglie allarmanti: qui il tasso di disoccupazione giovanile tocca anche il 60%.

Questi dati testimoniano la condizione di forte criticità che ancora investe il mercato occupazionale e l’intera economia italiana. Una situazione che pesa in maniera determinate sui bilanci familiari: sono questi nuclei che, attualmente, rappresentano la vera forma di welfare incaricata di sostenere i redditi dei giovani disoccupati sono le famiglie, con un onere che l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato pari a circa 450 Euro al mese. Se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, ovvero al 6%, il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di Euro l’anno, secondo quanto calcolato dal nostro Osservatorio. Un incremento che avrebbe effetti positivi sulla domanda interna, determinando una ripresa della produzione che darebbe un ulteriore impulso alla crescita occupazionale.

Un meccanismo virtuoso che deve solo essere innescato, attraverso un serio piano per il lavoro che punti su investimenti, ricerca, modernizzazione e calorizzazione dell’offerta turistica. Ci aspettiamo che il Governo agisca con urgenza su tale versante, attuando una programmazione concreta tesa ad aprire una nuova fase di crescita per il Paese. Si tratta di un dovere di carattere morale, ancora prima che economico: i dati sulle diseguaglianze create dalla mancanza di occupazione nel nostro Paese sono inaccettabili e devono richiamare alla responsabilità l’intero Parlamento. Rinuncia alle cure e tagli ai consumi alimentari sono segnali estremamente gravi, che non possono e non devono essere ignorati.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe