Interventi della BCE. Vicini a uno scontro Draghi-Merkel?

ROMA – Ancora la tenzone tra il governatore della BCE e la cancelliera tedesca Angela Merkel al centro delle preoccupazioni e delle speranze dell’Europa.

Secondo Bloomberg il piano a cui avrebbe lavorato Mario Draghi, e che domani presenterà alla delicata riunione del consiglio direttivo della Bce, da lui presieduto, è infatti incentrato su   eventuali acquisti calmieranti di titoli dei paesi dell’area euro.
Un piano di acquisti di titoli di Stato che sarebbe “illimitato” nell’importo ma il cui impatto sulla massa monetaria circolante verrebbe “sterilizzato”,tramite il drenaggio di liquidità equivalenti ai bond rilevati onde evitare che si creino impennate sull’offerta totale di moneta che potrebbero tradursi in fiammate inflattive.  I titoli sarebbero comunque  a scadenza di due o tre anni e darebbero un sollevo minimo nai paesi che chiedono aiuto. Non solo.Lo steso Draghi ha ripetuto più volte che per ottenete questo aiuto i richiedenti dovrebbero rispettare condizioni rigorose, sena dire quali possono essere e se riguardano anche i paesi che hanno fatto  i cosidettri “ compiti a casa”.
Dalla Germania arrivano le prime indiscrezioni sull’accoglienza riservata a questa proposta da parte di Berlino. Avrebbe infatti riferito il parlamentare della Cdu Norbert Barthle, dopo una riunione a porte chiuse con la cancelliera ed altri deputati del partito, che la Merkel potrebbe accettare un piano temporaneo di acquisti da parte della BCE ma escluderebbe la possibilità di ‘acquisti illimitati’.
La differenza di opinioni tra Draghi e Merkel, pur all’interno di una medesima visione iper rigorista della soluzione della crisi, sembrerebbe essere quindi vicina ad una resa dei conti. Un dentro o fuori che sembrerebbe escludere le invece ancora praticabili soluzioni di mezzo.
Sui mercati si respira, per logica conseguenza, un forte nervosismo e prevale la cautela in attesa che domani la Bce faccia vedere cosa realmente c’è nel cilindro di Draghi. A pesare anche la chiusura negativa dei listini asiatici, influenzati dai dati negativi sull’indice manifatturiero arrivato dagli Stati Uniti.
Milano ha chiuso in calo, con il Ftse Mib in discesa dello 0,62%, positive però le banche, premiate dalla discesa dello spread sotto i 410 punti base con un rendimento del BTP decennale intorno al 5,50 per cento. Anche il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli si riduce sfiorando i 500 punti pari ad un tasso di circa il 6,40%.
Le altre borse europee chiudono contrastate con Londra negativa. Il Ftse 100 cede lo 0,25%. A Parigi invece il Cac 40 fa segnare più 0,2% e a Francoforte il Dax vede un segno più appena significativo a + 0,46%.  Sostanzialmente piatta la chiusura di Madrid a +0,08% mentre Atene è l’unica davvero positiva, +4,44%.

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