Inflazione. Federconsumatori, dati ancora sottostimati dall’Istat

ROMA – Continua la serie di dati fortemente sottostimati diffusi dall’Istat sulla situazione economica italiana.

Dopo la poco realistica caduta del potere di acquisto del -5% dal 2007 al 2011 (le nostre rilevazioni registrano invece una caduta del -14,1% dal 2008 ai primi mesi del 2013), oggi l’Istituto di statistica attesta una frenata dell’inflazione all’1,9% a febbraio.
Un dato lontanissimo dalla realtà, in particolar modo con riferimento al cosiddetto carrello della spesa, vale a dire i prodotti a più alta frequenza di acquisto, il cui tasso di inflazione si attesterebbe al 2,4%.
Seppure fortemente sottostimato, tale livello di crescita dei prezzi calcolato dall’Istat per i prodotti maggiormente acquistati comporta un aggravio non indifferente: pari a ben +888 Euro annui per una famiglia di 3 componenti.
Decisamente più grave l’effettivo aggravio a carico delle famiglie calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori per il 2013 che, tra aumento di prezzi, tariffe e tassazione, raggiungerà quota +1.490 Euro nel 2013 (addirittura +3.823 a famiglia considerando il biennio 2012-2013).
Qualunque sia il livello, la crescita dei prezzi risulta, in ogni caso, ingiustificata ed inammissibile, vista la forte contrazione dei consumi che, nel 2012-2013, risulta pari al -6,1%.
Tutto ciò denota, da un lato, la sussistenza di intollerabili meccanismi speculativi, dall’altro l’inarrestabile impoverimento delle famiglie che sono costrette a modificare, spesso radicalmente, le proprie abitudini di consumo, persino a tavola.
Uno scenario allarmante che denunciamo da anni, contro il quale è necessario intervenire con la massima urgenza: avviando misure di sostegno per le famiglie a reddito fisso e disponendo un serio piano di rilancio economico, a partire dalla ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, che ricoprono un ruolo fondamentale dal punto di vista dell’occupazione.

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