Il Decreto Transizione 5.0 introduce significative innovazioni per le imprese italiane, offrendo opportunità di credito d’imposta volte a favorire la trasformazione digitale ed energetica.
Introduzione del credito d’imposta Transizione 5.0
Il decreto attuativo del 24 luglio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 183, disciplina le modalità operative del Piano Transizione 5.0, istituito dall’articolo 38 del D.L. 19/2024.
Questo piano prevede un credito d’imposta per le imprese che effettuano
nuovi investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’esercizio d’impresa,
con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e favorire la sostenibilità ambientale.
Requisiti di riduzione dei consumi energetici
Per accedere al credito d’imposta, gli investimenti devono comportare una riduzione complessiva dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%. In alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%. Questi requisiti mirano a incentivare l’efficienza energetica nelle imprese.
Beneficiari degli incentivi
Possono accedere al Credito d’Imposta Transizione 5.0 tutte le imprese residenti nel territorio italiano e le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Non sono previste limitazioni in base alla dimensione o al settore di appartenenza, rendendo la misura accessibile a una vasta platea di aziende.
Investimenti e spese agevolabili
Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa e interconnessi al sistema di gestione della produzione aziendale, come previsto dagli allegati A e B della legge n. 232/2016. Inoltre, sono incluse le spese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e quelle sostenute per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.
Aliquote del credito d’imposta
Le aliquote del credito d’imposta variano in funzione della tipologia di investimento e della dimensione dell’impresa. Ad esempio, per le piccole e medie imprese, le aliquote possono arrivare fino al 45% per investimenti in beni materiali 4.0, mentre per le grandi imprese l‘aliquota massima è del 35%. Per gli investimenti in beni immateriali, le aliquote sono generalmente inferiori.
Procedure di accesso e controlli
Le imprese devono seguire una procedura articolata per accedere al credito d’imposta, che include:
- Comunicazione preventiva al Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
- Comunicazioni periodiche sull’avanzamento del progetto.
- Comunicazione finale a conclusione dell’investimento.
Queste comunicazioni devono essere effettuate tramite una piattaforma informatica dedicata.
Implementazioni aggiuntive e opportunità per le aziende
Il decreto prevede ulteriori implementazioni volte a facilitare l’accesso agli incentivi. Ecco uno schema semplificato:
- Ammorbidimento del Principio DNSH: La disciplina del principio “Do No Significant Harm” è stata resa più flessibile, ampliando la platea di imprese ammissibili.
- Inclusione di Impianti per la Produzione di Energia Termica: Sono ora ammissibili gli impianti per la produzione di energia termica utilizzata esclusivamente come calore di processo.
- Ampliamento dei Soggetti Abilitati alla Certificazione: Oltre agli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) e alle Energy Service Company (ESCo), sono abilitati alla certificazione anche ingegneri e periti.
Queste implementazioni offrono alle aziende ulteriori opportunità per ottenere un credito d’imposta significativo, incentivando investimenti in tecnologie avanzate e sostenibili.
Il Decreto Transizione 5.0 rappresenta un’importante occasione per le imprese italiane di innovare i propri processi produttivi, migliorare l’efficienza energetica e accedere a rilevanti benefici fiscali. Le novità introdotte mirano a facilitare l’accesso agli incentivi e a promuovere una crescita sostenibile nel panorama industriale nazionale.