La simulazione ha tenuto conto della novità introdotta dalla commissione Bilancio
VENEZIA – In attesa del decreto che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni, la prima rata dell’Imu sui capannoni subirà, rispetto a quella versata nello stesso periodo dell’anno scorso, un aumento medio nazionale del 35%. A dirlo è la CGIA di Mestre.
Ma per 38 Comuni capoluogo di Provincia su 101 presi in esame, l’incremento della prima rata sarà addirittura del 51%. Tra queste 38 Amministrazioni segnaliamo che in valore assoluto gli aumenti più significativi si registreranno a La Spezia (+3.647 euro rispetto al 2012), a Taranto (+1.736 euro) e a Brescia (+1.472 euro)
“Con una crisi che non accenna ad allentare i suoi effetti negativi e con una contrazione della liquidità che aumenta di giorno in giorno – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – è necessario che il Governo eviti questo ulteriore aumento di imposta, abolendo almeno il ritocco all’insù del coefficiente moltiplicatore” .
La CGIA interviene anche sull’ipotesi di riduzione/abolizione dell’Imu sulla prima casa.
“La proposta di togliere l’Imu sulla prima casa è condivisibile – conclude Bortolussi – Tuttavia, corriamo il rischio di incorrere in nuovi aumenti dell’Imu sulle attività produttive. Dato che il gettito della prima casa finisce interamente nelle casse dei Comuni, c’è la possibilità, a fronte di questa mancata entrata e di un eventuale ritardo nell’applicazione delle misure compensative, che molti Sindaci aumentino le aliquote sugli immobili ad uso produttivo. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare se non vogliamo penalizzare ulteriormente le imprese e di riflesso anche l’occupazione”.
I calcoli, segnala la CGIA, sono stati realizzati considerando la rendita catastale media dei capannoni di ciascun Comune capoluogo di Provincia. Inoltre, si è considerata la nuova base imponibile riferita al 2013 che, rispetto al 2012, è aumentata a seguito dell’incremento di 5 punti del coefficiente moltiplicatore che passa da 60 a 65. Per calcolare il versamento della prima rata che gli imprenditori hanno pagato a giugno 2012 si è considerata l’aliquota base del 7,6 per mille, come stabiliva la normativa. Per misurare quanto verseranno gli imprenditori fra poco più di un mese si è tenuto conto della novità introdotta ieri dalla Commissione Bilancio: ovvero, la prima rata dell’Imu dovrà prevedere il versamento del 50% dell’imposta pagata complessivamente l’anno scorso, a meno che non sia già stata pubblicata nel sito del Dipartimento delle Finanze l’aliquota vigente per il 2013.
Nota
I calcoli sono stati eseguiti considerando la rendita catastale media dei capannoni di ciascun capoluogo di provincia. Si è considerato l’incremento della base imponibile nel 2013 rispetto al 2012 a causa dell’aumento del coefficiente moltiplicatore passato da 60 a 65. Per calcolare la prima rata che gli imprenditori hanno pagato a giugno 2012 si è considerata l’aliquota base del 7,6 per mille, come stabiliva la normativa. Mentre per calcolare quanto verseranno nel 2013 si è utilizzata l’aliquota deliberata dal comune nel 2012 a meno che non sia già stata pubblicata nel sito del Dipartimento delle finanze l’aliquota vigente per il 2013.